Sci di fondo
Sci di fondo, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018. 50 km maschile. Francesco De Fabiani: voglia di stupire e nulla da perdere
Voglia di stupire e nulla da perdere. Francesco de Fabiani ci prova a recitare il ruolo di guastafeste in una 50 km a tecnica classica all’inizio della quale i fari sono puntati su altri atleti, quelli che hanno già fatto incetta di medaglie a PyeongChang 2018 e quelli che hanno preparato in particolare questa gara che consegna i vincitori alla storia.
L’azzurro ha messo fin da subito in questa stagione nel mirino la gara più lunga del programma olimpico, perchè la sua tecnica preferita è quella classica, perchè ama gareggiare sull’uomo e in volata è tutt’altro che fermo, perchè non ha paura delle distanze e dei percorsi difficili come quello coreano, che presenta diverse salite durissime, soprattutto poco prima del traguardo.
Detto questo per de Fabiani il percorso è sicuramente accidentato perchè a fianco troverà atleti pronti alla battaglia, programmati per vincere questa gara ma nulla è deciso in partenza. Lo schema di gara è più o meno quello della staffetta: non perdere contatto con i primi perchè pensare a una gara di rincorsa è una tattica pericolosa che quasi mai paga a questi livelli. De Fabiani dovrà cercare di tenere il ritmo di chi guida la corsa o comunque è in lotta per le medaglie. Quello che è mancato finora all’azzurro nelle gare su lunghe distanze è proprio la capacità di essere continuo: riuscire a tenere concentrazione e ritmo per tutta la gara. Domani servirà soprattutto questo: non perdere il ritmo sui saliscendi e avere anche buoni materiali perchè le discese rischiano di essere altrettanto decisive, in particolare nella fase finale.
Un De Fabiani stile staffetta potrebbe davvero essere protagonista assoluto in questa gara: non va dimenticato che l’azzurro ha staccato gente come Sundby e Manificat nell’ultima salita, portando l’Italia al primo posto e di salite domani il valdostano ne troverà tante sulla sua strada. Sarà molto importante interpretare bene la gara, capire al volo quali possono essere gli attacchi decisivi e individuare quali possono essere gli avversari da marcare. L’azzurro sa soffrire, lo ha dimostrato a gennaio a Oberstdorf nella 15 km mass start a tecnica classica del Tour de Ski quando seppe salire sul terzo gradino del podio dopo una caduta a pochi chilometri dal traguardo.