Sci di fondo, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: i dubbi dell’Italia sul team sprint. Pellegrino vuole Noeckler, ma Chenetti…

Una staffetta eccellente, almeno per tre quarti di gara: l’Italia dello sci di fondo ha trovato (in parte) alcuni sprazzi di luci da queste Olimpiadi di PyeongChang che, salvo il miracolo di Federico Pellegrino nella sprint a tecnica classica, era stata fino ad ora molto deludente. Ora ci si avvia verso la gara più importante in casa Italia di questi Giochi: la team sprint a tecnica libera, dove gli azzurri sono argento iridato in carica.

La coppia che nell’ultimo quadriennio ha dato spettacolo in entrambe le tecniche è stata sempre quella formata dallo stesso Federico Pellegrino, stella del fondo tricolore, assieme a Dietmar Noeckler. In questi giorni però stanno salendo i dubbi per quanto riguarda il 29enne nativo di Brunico: la condizione dell’atleta della Polizia è tutt’altro che ottimale. Settimana scorsa è arrivato il ritiro nella 15 chilometri a tecnica libera, che doveva essere un test in vista della prova più importante: la sua posizione è dunque stata messa in discussione sia dagli addetti ai lavori che dai tecnici della squadra azzurra.

Queste le parole alla Gazzetta dello Sport di Sepp Chenetti, allenatore responsabile della nazionale azzurra, che sta pensando di coinvolgere nella prova a coppie Francesco De Fabiani, apparso in gran forma nella propria frazione in classico ieri: “Devono andare i più in forma in quel momento. Ma De Fabiani non si è mai trovato a gestire simili gare, azioni concitate e cambi rapidi. E’ vero, Didi (Noeckler, ndr) in questa gara si trasforma e tira il 30% in più”.

Nessun dubbio invece per Federico Pellegrino, che non ha dubbi sull’efficienza del proprio compagno di squadra: “Didi è la conseguenza logica di un percorso, io credo molto in lui, nel suo potenziale anche attuale. Lo vedo sciare tutti i giorni, fa le prove e sta bene, il ritiro dalla 15km tl è stato solo un incidente di percorso che si poteva evitare”.

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Valerio Origo