Sci di fondo
Sci di fondo, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: Italia, serve la gara perfetta per il podio. Se si tiene nelle prime tre frazioni…
De Zolt, Albarello, Vanzetta, Fauner. Oppure Valbusa, Di Centa, Piller Cotter, Zorzi. Quando si parla di gara perfetta nella staffetta 4×10 km, si può chiedere tranquillamente a questi otto signori che hanno portato per due volte lo’Italia sul gradino più alto del podio in contesti tutt’altro che semplici.
L’obiettivo domattina, per l’Italfondo maschile, non è l’oro, quello è roba per giganti nordici con scritto Norge sulla tuta. Con una gara perfetta, quella dove non si sbaglia nemmeno un metro su 40 km, però, l’Italia può aspirare ad una grande prestazione domani. Una posizione nella top six, una medaglia: questo a decretarlo, nel caso, sarà anche la prestazione delle altre squadre rivali.
Di sicuro gli azzurri, Rastelli, de Fabiani, Salvadori e Pellegrino hanno nelle gambe la possibilità di impensierire le squadre su cui sono puntati tutti i fari della vigilia, come Svezia, OAR o Finlandia, ad esempio, in chiave podio.
La tattica è piuttosto semplice: avere sempre sott’occhio la situazione del terzo posto e agganciarsi alla squadra che lo occupa in quel momento, senza dover sperare in clamorosi crolli avversari (che potranno arrivare sporadici ma non per tutti) o clamorose rimonte, che non potranno arrivare perchè gli azzurri non sono superiori agli avversari).
Se si vuole lottare per il podio non ci si deve staccare mai dal gruppo (o dalla squadra) che lotta per il terzo posto. L’obiettivo dichiarato è quello di consegnare il testimone virtuale a Federico Pellegrino assieme alle squadre che sono in lotta per la terza piazza. A tecnica classica il Rastelli visto nella sprint di martedì scorso, ha le carte in regola per tenere il ritmo di rivali forti ma non devastanti al lancio. De Fabiani dovrebbe essere una sicurezza anche se la sua prestazione in alternato nello skiathlon qualche dubbio lo hanno lasciato per strada e dunque il valdostano dovrà indovinare una delle sue frazioni in cui non molla neppure un centimetro ai più forti.
Sulla carta la frazione più a rischio è la terza perché Salvadori non ha nelle gambe i tempi degli avversari ma, dovesse mettersi bene, l’atleta azzurro darà l’anima per consegnare un’ultima frazione ghiotta al finisseur Chicco Pellegrino che, a quel punto, avrebbe il doppio compito di rintuzzare gli attacchi dei rivali che se lo vorranno scrollare di dosso (compito non semplice se non ti chiami Klaebo) e, nel caso di arrivo in volata, di regolarli come solo lui sa fare.
Un sogno? Probabile che lo sia ma ogni tanto i sogni si avverano e questa Olimpiade ne è la chiara dimostrazione. Crederci non costa nulla, è necessario superarsi, sapendo che bisogna uscire dal campo con la coscienza a posto e con la certezza di averci provato.
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ste86
17 Febbraio 2018 at 21:27
Non so il reale motivo, ma sono molto fiducioso per la staffetta di domani…importantissimo sarà azzeccare i materiali.
Giusta anche la scelta dei nostri tecnici di schierare le seconde linee nella 15 km di un paio di giorni fa per puntare tutto sulla staffetta, i nostri dovrebbero essere più riposati degli avversari.
Sulle squadre avversarie, non condivido la decisione della Svizzera di schierare Cologna in seconda frazione: alle Olimpiadi contano solo le medaglie, rischiatela e metti Cologna in ultima! Un’altra nostra avversaria diretta, la Francia, mette il suo uomo migliore (Magnificat) in seconda e chiude con Backscheider.