Sci di fondo
Sci di fondo, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018. Team sprint: quanti rivali per gli azzurri! La chiave è Noeckler
Non solo Klaebo. Tutti aspettano la sfida all’ultimo centimetro tra il gigante norvegese che ha già due ori al collo e va a caccia del terzo e lo sprinter azzurro Federico Pellegrino domani nella finale della Team Sprint di sci di fondo e, forse, andrà a finire proprio così ma niente è scritto in questa Olimpiade che a volte rispetta i pronostici e altre li stravolge completamente fra mille emozioni.
Stavolta tutti i fari sono puntati su Italia e Norvegia, anche se il percorso che porta a questa staffetta è stato piuttosto tortuoso e sofferto in casa azzurra. Dietmar Noeckler, inutile girarci attorno, arriva al buio a questo appuntamento ma Pellegrino ha voluto fortemente fosse lui a disputare la Team Sprint al suo fianco perchè di Didi si fida ciecamente. La condizione è quella che è perchè non ci si ritira da una 15 km olimpica nella tecnica che si predilige se si sta benissimo ma la storia di questa Olimpiade, anche in casa Italia, dice che, vedi de Fabiani, si può migliorare la forma nel giro di qualche giorno (dallo Skiathlon alla staffetta ne sono passati otto) e la speranza è che il brutto anatroccolo possa diventare cigno e consegnare quel benedetto ultimo testimone dopo cinque giri dell’anello dell’Alpensia Center, a Pellegrino mettendolo nelle condizioni di potersi giocare l’oro.
La Norvegia ha fatto una scelta importante, nobile e mirata. L’Idea dei norvegesi è quella di evitare la volata finale e per fare questo a fianco dell’immarcabile Klaebo, gli scandinavi hanno schierato il re di Coppa Martin Johnsrud Sundby che avrà come compito principale quello di scrollarsi di dosso Noeckler nelle frazioni dispari, in particolare nella quinta, dove si iniziano a fare i giochi per le medaglie. Uno schema semplice: toccare Klaebo alla fine del quinto giro con un po’ di vantaggio sull’Italia, in modo da far scegliere al gigante cannibale il ruolo che preferisce nella frazione conclusiva, quello di lepre o di finisseur che, se recitato con Pellegrino sfiancato da una rincorsa, lo esalterebbe ancora di più. Schema chiaro, sta a Noeckler far saltare i piani norvegesi e scompigliare le pagine del copione che Sundby e Klaebo averanno imparato a memoria.
Non sarà l’unico, Sundby, a cui Noeckler dovrà stare attento, come potrebbe non essere Klaebo l’unico fattore di un’ultima frazione da volatona gigante. Le Nazionali che fanno maggiore paura sono l’OAR con Bolshunov e Spitsov che hanno due medaglie a testa al collo, anche se Bolshunov incute maggiore timore nella tecnica classica e magari potrebbe pagare dazio alla lunga. Attenzione anche alla Francia che rinuncia a Chanavat, alle prese con problemi fisici, e si affida a due specialisti della tecnica libera come Manificat e allo sprinter Jouve. Le due formazioni scandinave partono in seconda finale con la Svezia che avrà tanta voglia di riscatto e si affida ad Halfvarsson e Hellner, non proprio degli specialisti di questa gara, oppure la Finlandia con Jylhae e Hakola, anche loro desiderosi di rivincita.
E poi ci sono i guastatori, quelli capaci con una accelerata di cambiare le carte in tavola: Dario Cologna è uno di questi e proverà a portare in alto la Svizzera con Furger e il kazako Poltoranin che però sulla tecnica libera ha meno efficacia rispetto a quella classica. Usa e Canada (Harvey non appare nelle migliori condizioni), così come la Germania di Eisenlauer e Bing e la Gran Bretagna di Musgrave e Young possono dire la loro in chiave finale ma difficilmente potranno entrare nel gioco medaglie.
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