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Sci di fondo

Sci di fondo, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018. Una 50 km durissima: tanti i pretendenti e De Fabiani può provarci

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Come da tradizione è la maratona della neve, la 50 km, a chiudere il programma maschile dell’Olimpiade: quest’anno non è collocata all’ultima giornata (spazio, tutto sommato giusto, alla 30 km femminile ad aprire un’alternanza) ma si preannuncia come una delle gare più aperte e incerte dell’intero programma olimpico.

Da una parte ci sono coloro che hanno dimostrato di essere in grande condizione e hanno già diverse medaglie pregiate al collo, dall’altra c’è chi ha preparato nello specifico questa gara e potrà far valere una freschezza atletica superiore a chi si è dannato l’anima sulle salite coreane per due settimane. In questo senso la prima decisione è stata quella di Klaebo che nella notte italiana ha salutato la compagnia ed è tornato a casa a festeggiare le tre medaglie olimpiche conquistate fin qui. La 50 km a tecnica classica non è (ancora) affare per lui e avrebbe rischiato di sprecare energie che serviranno per il finale di stagione quando c’è una coppa del mondo da conquistare per completare l’opera in una stagione a dir poco trionfale.

Per quello che si è visto finora in stagione il favorito numero uno per la vittoria finale è il gigante kazako Alexey Poltoranin. In tecnica classica ha impressionato finora, anche se qui la prima parte del programma non presentava gare adatte alle sue qualità. Nello skiathlon ha dimostrato di essere in forma, nella Team sprint (a tecnica libera) ha dato qualche sgasata, l’incognita per lui può essere il percorso. Gli 8 km dell’anello di PyeongChang presentano alcune salite, soprattutto nella parte finale, durissime, magari non lunghe ma ripide e forse più adatte agli atleti scattanti rispetto ai “passisti” come il kazako che, comunque, proverà in tutti i modi ad essere protagonista, usando come sempre la potenza dei suoi cavalli.

Gli avversari più titolati di Poltoranin saranno i due uomini per tutte le stagioni, che già si sono presi grandi soddisfazioni in questa edizione delle Olimpiadi. Johnsrud Sundby ha rotto il digiuno olimpico mettendosi al collo due medaglie d’oro, oltre all’argento dello skiathlon e non gli dispiacerebbe eguagliare il giovanotto compagno di squadra Klaebo, diventando così lui il vero uomo dei Giochi. Dario Cologna ha raggiunto il suo obiettivo: terza medaglia d’oro in tre Olimpiadi diverse e gareggerà libero mentalmente. la condizione c’è, per lui la tecnica fa poca differenza (anche se predilige la libera) e batterlo sarà un problema per tutti in un percorso così duro.

La lista dei possibili protagonisti non si ferma certo qui: ci sono, come sempre, i norvegesi da tenere d’occhio, in particolare Hans Christer Holund, che può essere uomo da percorsi duri, poi Iversen, scelto all’ultimo per sostituire Klaebo che, come accade spesso, può diventare da escluso a protagonista e Dyrhaug che si è risparmiato finora e avrà tanta voglia di dimostrare di valere la chiamata nella squadra più forte del mondo. C’è il russo Alexander Bolshunov, che ha strabiliato nella sprint e, se riuscisse a non farsi staccare prima dello sprint finale, potrebbe diventare un brutto cliente per tutti i rivali, ci sono i finlandesi Niskanen e Heikkinen che vorranno dare un senso alla loro Olimpiade e ci potrebbe essere spazio anche per Francesco De Fabiani, l’azzurro che si è fatto trovare pronto in staffetta, meno nello Skiathlon ma questo significa che la condizione è in crescita e che ha messo nel mirino questa gara fin da inizio stagione. Si è fatto vedere pimpante in salita e questo aspetto potrebbe fare la differenza nell’anello pieno di saliscendi e, dovesse arrivare in un gruppetto al comando a pochi chilometri dalla fine, può giocarsi buone chances nella eventuale bagarre finale.

Attenzione anche agli svedesi, Halfvarsson e Rickardsson che però non sembrano essere in grande condizione (staffetta docet), ad Harvey, a cui manca sempre un centesimo per fare l’euro in questa Olimpiade, e ai francesi Gaillard e Parisse che stanno bene e sono galvanizzati dal doppio bronzo conquistato dalla squadra transalpina nelle staffette.

 





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