Sci di fondo
Sci di fondo, Olimpiadi PyeongChang 2018: Sundby-Klaebo dominano la team sprint, Noeckler-Pellegrino fuori dal podio
Dopo l’oro di Sofia Goggia, l’Italia incassa una delle delusioni più grandi alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018. Nelle previsioni della vigilia, la team sprint di sci di fondo doveva rivelarsi una gara in cui gli azzurri avrebbero potuto giocarsi una medaglia importante, anche d’oro. Dietmar Noeckler e Federico Pellegrino sono invece rimasti fuori dal podio, quinti e mai davvero in corsa per le prime tre posizioni. L’oro, come da pronostico, è andato alla Norvegia con il duo composto da Martin Johnsrud Sundby e Johannes Hoesflot Klaebo, che hanno preceduto gli Atleti Olimpici della Russia (Denis Spitsov-Alexander Bolshunov) e la Francia (Maurice Manificat-Richard Jouve). Quarta la Svezia (Marcus Hellner-Calle Halfvarsson).
La gara si è decisa nel corso della quarta frazione, quando Klaebo attaccava in maniera decisa sulla seconda salita, guadagnando una manciata di secondi sugli inseguitori. Federico Pellegrino si faceva sorprendere dall’accelerazione dello scandinavo, rimanendo comunque nel gruppo degli inseguitori. Successivamente era poi Sundby a scavare il solco decisivo sugli avversari, mentre Noeckler, che era rimasto agganciato ai primi con le unghie nelle prime due frazioni, si staccava definitivamente.
Nell’ultima tornata Pellegrino partiva così con 11″ dalla Norvegia ed 7″ da Francia, Svezia ed OAR. Il valdostano, tuttavia, non riusciva nel miracolo e l’Italia era ormai fuori dai giochi. Davanti un Klaebo più umano del solito riusciva a contenere il ritorno degli inseguitori ed a tagliare il traguardo a braccia alzate, mentre OAR e Francia avevano la meglio in volata sulla Svezia.
Le due salite del percorso hanno reso la gara durissima, più adatta agli uomini di distanza che agli sprinter puri. Non è un caso se sia stata decisa da un fuoriclasse come Sundby, tutt’altro che veloce, senza contare che erano presenti anche atleti come Hellner e Manificat, capaci di fare la differenza con il passare dei chilometri.
A conti fatti, la scelta dell’Italia di puntare su Dietmar Noeckler si è rivelata perdente. L’altoatesino aveva già palesato uno stato di forma precario in questa Olimpiade ed era stato escluso dalla staffetta 4×10 km. Era difficile pensare che oggi potesse reggere il ritmo di uomini come Sundby e Manificat e di fatti è stato staccato, vanificando le chance dell’Italia. In una gara di questo livello, si era creato un margine troppo ampio per consentire a Pellegrino di rientrare anche se, va detto, il 27enne non è parso brillante come in altre circostanze. Per quanto visto in staffetta, Francesco De Fabiani, molto bravo quando si tratta di gareggiare sull’uomo, avrebbe fatto comodo. Dubbi che non fanno altro che alimentare il fuoco dei rimpianti.
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