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Short track, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: Arianna Fontana vale 10, mentalità vincente e modello da imitare

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Ci sono atleti o atlete dotati di un sacro fuoco. Una miccia dentro il proprio cuore, in grado di tramutare le proprie aspirazioni in realtà. L’Olimpiade del sogno o della mentalità vincente, fate voi, quella vissuta da Arianna Fontana. 3 medaglie (1 oro, 1 argento ed 1 bronzo) e l’aver raggiunto due mostri sacri dello short track come Victor An ed Apolo Anton Ohno (8 medaglie olimpiche in carriera) dice molto ma non tutto.

La determinazione, la voglia di vincere non possono essere sintetizzate solo dai numeri o dal conto dei metalli. E’ vero, uno sportivo di alto livello viene valutato per gli score che ottiene ma nella Fontana c’è molto di più. Un percorso di vita iniziato a Torino 2006, quando non ancora sedicenne, conquistava un podio a cui non sapeva dare un volto.

Di ‘ghiaccio sotto i pattini ne è passato’, e la capacità di rigenerarsi di questa ragazza valtellinese è frutto della voglia di superare i propri limiti e dimostrare a se stessa e agli altri il proprio valore. Oggi Arianna, con il bronzo nei 1000 metri (distanza mai troppo gradita), ha chiuso il cerchio e forse, da domani, inizierà a pensare ad una nuova sfida in un contesto un po’ più privato.

Noi, da appassionati, vorremmo che non smettesse mai, incantati dal suo incedere, ma quanto ha fatto rimarrà nel cuore e nel cervello di tutti. La Gangneung Ice Arena ha il suo marchio e la sua Olimpiade è da “dieci”, come le medaglie ottenute dall’Italia grazie al proprio indispensabile contributo.

 

 

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: Fisi-Pentaphoto

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