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Skeleton
Skeleton, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: Joe Cecchini, il canadese dal cuore azzurro
Se nasci in una cittadina che si chiama Trail (in Canada) hai il destino letteralmente segnato. Il motivo? “Trail”, infatti, nella lingua inglese può assumere diversi significati, da pista a traccia, dall’accezione inseguire fino all’arrampicarsi. Per Joseph Luke Cecchini (clicca qui per la scheda personale) tutti questi significati si sposano in maniera perfetta con la sua prossima avventura ai Giochi Olimpici di PyeongChang. L’oriundo dello skeleton italiano, infatti, si cimenterà sulla pista dell’Alpensia Sliding Centre per difendere i nostri colori nella gara che si disputerà venerdì 16 febbraio (clicca qui per il programma completo). Traccia, ovviamente, sarà quella che dovrà seguire per sospingere il suo slittino sui 2018 metri del budello coreano. Per quanto riguarda il verbo inseguire, Cecchini sarà alla caccia sia dei migliori che del risultato della vita. Arrampicarsi, è il sogno, ovvero raggiungere un podio che varrebbe davvero tantissimo.
A distanza di 70 anni dall’oro di Nino Bibbia a Sankt Moritz, l’Italia presenta uno skeletonista quanto mai particolare. Come detto, Cecchini è nato in Canada e non nei nostri confini (i suoi avi erano originari di Gabicce Mare, Pesaro Urbino), ma il suo cuore è assolutamente bianco, rosso e verde. A 35 anni compiuti si divide tra Calgary e l’Italia ed ora si gioca la grande occasione della vita. Prima convocazione alle Olimpiadi, dopo tre Campionati Mondiali, da vivere nella maniera più serena possibile. Il nostro portacolori non ha nulla da perdere. Sa che questa è una occasione che può valere un’intera carriera. Sono gli altri rivali, da Yun Sungbin ai Dukurs, che dovranno stringere i denti per mantenere la giusta calma per puntare alla vittoria. Per Cecchini no. L’unico imperativo sarà quello di divertirsi, scendere sulla pista coreana con la mente sgombra e cercare il colpaccio.
Le sue parole, rilasciate alla Gazzetta dello Sport nelle ultime settimane, confermano il suo stato d’animo: “Non sono mai stato così bene – spiega – Ho dato tutto me stesso in questo sport, e quando è arrivata la convocazione per PyeongChang quasi non ci credevo. Non vedo l’ora di sentire lo speaker annunciare il mio nome qualche istante prima del via. Sono carico e cercherò di godermi l’evento, anche se non ho potuto allenarmi come volevo per colpa di un vecchio infortunio operato nel corso dell’ultima estate. Ora, tuttavia, mi sento più forte di prima e proverò a sfruttare il mio punto di forza: la partenza”. Un italiano dal cuore canadese, o viceversa? “Crescendo a Trail la cultura italiana è sempre stata uno stile di vita (la comunità italo-canadese della cittadina della British Columbia lo ha festeggiato il 29 gennaio e lo seguirà durante la gara). Come ogni ragazzino prima pensavo al calcio, ma la scelta giusta è stato lo skeleton, che mi ha permesso di disputare un’Olimpiade”.
alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Joseph Cecchini