Slitte

Slittino, Armin Zoeggeler: “Azzurri, alle Olimpiadi fate come me. Fischnaller sta bene, freddo estremo positivo. Le mie medaglie…”

Pubblicato

il

Armin Zoeggeler è il CT dell’Italia di slittino ed è pronto per guidare gli azzurri alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018. Il più forte di tutti i tempi, vincitore di sei medaglie consecutive ai Giochi, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport.

Il Cannibale parla delle sue sensazioni alla prima Olimpiade da allenatore: “L’emozione c’è sempre, i Giochi sono un momento particolare. Ora bado più all’organizzazione. Sono tranquillo, tutto è sistemato“.

Dominik Fischnaller è la nostra carta migliore è ora sta meglio dopo i recenti problemi alla schiena: “Sono andato con lui in Germania da un fisioterapista che mi aveva seguito. Ora ha un’altra mimica“. Il doppio dei giovani Nagler e Malleier può sorprendere: “Tutto è possibile ma non vogliamo mettere loro pressione. Qui devono divertirsi, fare esperienza. La loro gara sarà tra quattro anni a Pechino“.

Il consiglio del Campione ai suoi ragazzi è chiaro: “Di fare come facevo io. Nelle prime due discese di prova studi la pista. Nella terza e nella quarta cerchi la linea. Dalla quinta vai a tutta“. Arrivano anche indicazioni sulla pista: “I profili sono buoni, anche troppo. La curva 9, la più difficile, è più rotonda e più facile da interpretare. Il freddo estremo è una buona cosa per noi, ma piace anche a russi e americani“.

Armin ripercorre le sue sei storiche esperienze a cinque cerchi:Nel 1994 a Lillehammer non capivo niente. Feci la mia gara e presi il bronzo. A Nagano 1998 fu più difficile, c’erano maggiori aspettative e lavorai molto, la pista mi piaceva e fui argento. Due settimane prima di Salt Lake City 2002 capimmo che i tedeschi avevano messo pezzi di gomma tra pattini e portapattini, come fossero sospensioni. Lavorammo come matti per raggiungerli, fu la vittoria più grande. Torino 2006 è quella più emozionante con l’oro davanti ai tifosi. Per Vancouver 2010 mi ero preparato alla grande ma la tragedia di Kumaritshvili cambiò tutto: la partenza venne abbassata, arrivò un bronzo. Infine Sochi 2014: decisi di andare solo a inizio stagione, quando capii che ero da podio. Sistemai il materiale e fui bronzo“.

E sulla situazione dell’Italia per il futuro: “Senza una pista mantenere l’altissimo livello è dura, dobbiamo sempre fare affidamento sulla disponibilità degli altri e troppo dipende dal meteo. Per provare ogni possibile situazione facciamo test ovunque, rimaniamo lontani da casa tutto l’inverno. Di più non possiamo fare“.

 





Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version