Sci Alpino
Storia delle Olimpiadi: Christof Innerhofer, l’agonista in grado di sparigliare le carte
Ormai è storia anche se fa ancora cronaca Christof Innerhofer. La discesa libera di PyeongChang 2018 era una linea dritta da tirare nella maniera più filante possibile mentre lui ha sempre desiderato piste nervose, dove la sua eccellente tecnica può dare quel qualcosa in più che pochi altri riescono a mettere in pista.
Peccato, c’è ancora il superG ma per adesso in queste Olimpiadi ancora non si è mostrato come uno dei punti di riferimento della squadra italiana degli ultimi dieci anni: un atleta su cui puntare sempre nei grandi appuntamenti, dove il finanziere di Brunico ha sempre dato il suo meglio.
Lo abbiamo capito subito già nei Mondiali di Val-d’Isère 2009, quando giunge inaspettato quarto nel superG a soli cinque centesimi da Svindal, che a PyeongChang ha vinto una discesa libera perfetta per lui, meritandosi la vittoria dopo tanti infortuni. L’anno successivo arriva con umiltà sul palcoscenico più grande. Ai Giochi di Vancouver 2010 riesce ad ottenere un più che speranzoso sesto posto, sempre in superG e sempre vinto da Svindal, uomo che ritorna spesso nelle gare olimpiche di Innerhofer. Qualche speranza in più in Canada c’erano per la supercombinata dominata però da un Bode Miller che voleva chiudere alla grande la sua carriera olimpica da numero uno.
L’anno successivo è di nuovo tempo di Mondiali e Inner si fa trovare in condizione perfetta e fa il fenomeno. Primo in superG, bronzo in discesa libera e argento in supercombinata, riuscendo ad eguagliare Zeno Colò in quanto a vittorie di un italiano ai Mondiali. Poco dopo poi eguaglia anche Gustav Thoeni riuscendo a vincere in tre specialità differenti in Coppa del Mondo.
Arrivano i giorni di Sochi 2014, con l’Italia un po’ mogia nello sci alpino, per colpa di atleti fuori forma, sul viale del tramonto o troppo giovani per dire qualcosa su un campo difficile come quello a Cinque Cerchi. L’unica vera piccola speranza la riponiamo in Christof, il quale saprà ancora una volta prendersi la squadra sulle spalle e buttarsi con la sua classe nelle specialità veloci. Il 9 febbraio 2014, sulla pista “Roza Chutor” di Krasnaja Poljana è tempo di discesa libera, specialità nella quale tanti altri hanno fatto meglio di lui in stagione. Si rende protagonista di una prova eccezionale, pennellando le curve come solo lui sa fare, lungo tutto il tracciato, e mettendo dietro i grandi specialisti della velocità pura come Svindal e Ganong. Solo Matthias Mayer, nella gara della vita, riesce ad essergli avanti per soli 6 centesimi. Terzo è Jansrud a 10 centesimi dall’austriaco. Un po’ di bocca amara ci resta ma siamo comunque estremamente felici per una medaglia inaspettata anche se ormai con Iui siamo sempre pronti a tutto.
Tanto è vero che il 14 febbraio 2014 è di nuovo lì a competere per la supercombnata e noi tutti a capire se riesce a regalarci una nuova soddisfazione. In discesa fa molto bene, il grande favorito, Bode Miller gli è alle spalle e guida un fortissimo Jansrud. Nello slalom gli specialisti risalgono posizioni, lo svizzero Villetta piazza una grande gara, ma Innerhofer regge l’urto, terminando a 47 centesimi dallo svizzero. Favoloso Kostelic che fa lo stesso tempo di manche di Inner, finendo secondo e tutti aspettano il norvegese. Uno slalom, a quasi due secondi di distacco dagli atleti da podio, lo fanno scivolare al quarto posto. Nuova medaglia di bronzo per I’azzurro.
Come dicevamo all’inizio questa è storia ma ci sono altre pagine da scrivere. Domani c’è il supergigante e il nostro Inner cercherà di nuovo di sparigliare le carte.
Di Jvan Sica
Foto: Fisi-Pentaphoto