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Calcio femminile, Francesca Vitale: “Una convocazione inaspettata. Il professionismo l’unica via per migliorare!”

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ESCLUSIVA – Ore 13.00, l’appuntamento è fissato. Il telefono squilla ma non arriva risposta. 15 minuti dopo arriva la chiamata: è lei, Francesca Vitale, capitano del Milan Ladies, militante nella Serie B del calcio femminile italiano. L’ultimo turno è stato fortunato, c’è stata anche la marcatura ma per la 26enne lombarda, difensore coi piedi buoni che si ispira a Leonardo Bonucci, la gratifica più grande è la convocazione di Milena Bertolini. Vitale è stata inserita, infatti, nella lista delle convocate della Nazionale italiana impegnata, nel quinto e sesto incontro delle qualificazioni ai Mondiali 2019, contro la Moldavia (6 aprile) ed il Belgio (10 aprile). Un premio alla dedizione per una giocatrice, non professionista, che si divide tra “Il Pallone” ed il lavoro. Un’icona rappresentativa del movimento calcistico delle donne che lotta per ritagliarsi uno spazio, ancora oggi, quasi esclusivamente monopolizzato dagli uomini in Italia. E allora, è valsa la pena intervistarla per concederle un po’ di attenzione.

Francesca, sei entrata a far parte del gruppo della Nazionale A. E’ stata una convocazione inaspettata o ti erano arrivati dei segnali?

“Assolutamente una sorpresa. In passato avevo partecipato ad alcuni raduni con la selezione Under23 ma questa chiamata mi stupisce ma, nello stesso tempo, mi inorgoglisce per quanto sono riuscita a fare in un contesto non facile”.

 

Ci puoi spiegare meglio?

“Debbo conciliare lavoro ed attività calcistica e non è proprio il massimo. Il mio tempo è limitato, per un motivo e per l’altro e la resa in campo, se confrontata con contesti in cui vige il professionismo, non è paragonabile”.

 

Sei quindi convinta che l’unica strada per l’evoluzione di questo sport in Italia risieda nella riforma del professionismo?

“Non c’è altra via.  Io sono stata anche negli Stati Uniti e quell’esperienza me la porto dentro. In quel Paese erano più le bambine al parco, con calzoncini e scarpini, che i bambini. C’è una cultura diversa che parte già dalle scuole mentre qui…”

 

Siamo ancora indietro?

“Purtroppo è così. Si fa una gran fatica a comprendere quanto sia importante compiere questo passaggio. Il mio caso è emblematico: per avere una mia indipendenza non posso permettermi solo di giocare a calcio ma debbo sostenermi anche in altro modo. Puoi comprendere le difficoltà”.

 

Cosa pensi allora delle affiliazioni tra club maschile e femminile? La Fiorentina, due anni fa, ha dato il via ed è stata imitata dalla Juventus quest’anno.

“I risultati della Juve, come anche della Fiorentina, parlano chiaro. Quest’anno le bianconere stanno dominando il campionato in Serie A anche perché hanno l’opportunità di allenarsi con più costanza, sostenute da una società gloriosa alle spalle. La mia speranza è che anche nel mio caso, come anche per tutto il resto dei club nazionali, si riesca ad instaurare questa collaborazione, al fine di migliorare il livello del campionato nostrano”.

 

Veniamo alla Nazionale. Sei entrata a far parte del gruppo e, da spettatrice interessata ed ora protagonista in campo, pensi che vi siano chance per qualificarsi al Mondiale, a distanza di quasi 20 anni dall’ultima volta?

“Sono fiduciosa. Penso che la nostra squadra abbia tutte le carte in regola per andare in Francia e qualificarsi. I riscontri ottenuti, fino ad ora, nel gruppo 6 ed anche nella Cyprus Cup (secondo posto, ndr) sono confortanti. Ce la possiamo giocare!”

 

A chiosa, che cosa vorresti per il futuro?

“Poter vedere più bambine con scarpine e calzoncini al parco e maggior incoraggiamento da parte delle famiglie e del sistema calcio nel praticare questo sport. Il “Pallone” non ha un solo sesso”.

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: profilo facebook Francesca Vitale

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