Ciclismo

Ciclismo, il borsino del fine settimana: promossi e bocciati. Peter Sagan si riscatta, la Quick-Step Floors scalda i motori verso il Fiandre. Si vede Diego Rosa

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Un’altra settimana di ciclismo è andata in archivio. A sei giorni dal Giro delle Fiandre che aprirà il trittico delle Monumento del mese di aprile, vediamo come si sono comportati i big, tra coloro che hanno destato una buona impressione e chi invece ha deluso le aspettative, anche pensando ai prossimi appuntamenti, con il Giro d’Italia che si avvicina a grandi passi. Fortunatamente, sono più le note positive rispetto a quelle negative.

PROMOSSI 

Peter Sagan: volenti o nolenti, fa sempre parlare di sé. Se vince perché vince, come nel caso della Gand-Wevelgem, o se perde perché perde, ripensando all’E3 di Harelbeke. Venerdì nel piccolo Fiandre il campione del Mondo ha deluso tutti. Ha provato ad infilarsi nelle azioni buone, ma dopo qualche tentativo di rispondere agli attacchi della QuickStep Floors è mestamente scivolato nelle retrovie, per chiudere lontanissimo dai migliori. Una tonfo che ha fatto storcere il naso a tanti, considerando la poca distanza dagli appuntamenti della Settimana Santa del ciclismo, per lui più importanti che mai anche considerando che pure in questo 2018 ha mancato l’appuntamento con la Sanremo che tanto attende. Alla Gand, però, ha risposto alle critiche, vincendo e riconquistando il ruolo di favoritissimo per il Fiandre. Qualche dubbio, in ogni caso, resta.

Elia Viviani: le lacrime dopo il secondo posto della Gand-Wevelgem sono un manifesto della sua voglia di vincere, della dedizione alla corsa e di quanto si sia sentito vicino ad un autentico sogno. Ha perso da Sagan, rimanendo intruppato nella volata: il salto di qualità resta, così come resta l’impressione che possa davvero arrivare a giocarsi potenzialmente vittorie importanti nelle Classiche. Ha tempo per fare bene e con prestazioni di questo tipo non può che conquistare anche la fiducia della squadra.

Niki Terpstra: lui si che ad Harelbeke ha fatto il numero, con un attacco di 75 chilometri che può esistere solamente sulle tortuose stradine del Belgio, tra curve, rilanci e muri. Una vittoria che già di per sé vale molto e che ancor di più sottolinea il potenziale della QuickStep Floors nelle classiche del Nord. Philippe Gilbert, nell’occasione, ha chiuso secondo dopo una gara da protagonista in cui ha dato un paio di sgasate da leccarsi i baffi. Con un atteggiamento garibaldino (che non hanno difficoltà ad attuare, a quanto pare) possono davvero farci divertire tra Fiandre e Roubaix. Senza dimenticare i vari Zdenek Stybar, Yves Lampaert e il giovane francese Florian Senechal: il materiale c’è, la gamba anche per quanto si è visto.

Tiesj Benoot: non ha vinto, ma fa paura. La gamba c’è e il successo alla Strade Bianche potrebbe finalmente averlo sbloccato. Al Fiandre arriverà tra i grandi favoriti della vigilia. Senza esagerare, ha detto: io ci sono.

Sep Vanmarcke: a proposito di gambe. Sembra tra i pochi in grado di poter prendere e andarsene sulle pietre. Come al solito, possiamo dire, non ha ancora concretizzato, ma il suo obiettivo non può che essere vincere una corsa tra Fiandre e Roubaix. Attenzione a lui, perché mai come quest’anno sembra arrivato pronto all’appuntamento.

Matteo Trentin: sta prendendo fiducia con il ruolo di capitano, con condotte di gara piuttosto aggressive, sempre a cercare le prime posizioni ed eventuali attacchi. La gamba c’è e potrebbe anche fare il colpaccio. Fari puntati sulla sua divisa della Mitchelton-Scott.

Diego Rosa: non sarà il Tour de France, ma il successo alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali potrebbe rappresentare una svolta nella sua carriera alla Sky, almeno da un punto di vista motivazionale dopo un anno senza aver mai ottenuto vittorie.

Sacha Modolo: una caduta non l’ha fermato e ha comunque terminato la Gand nel primo gruppo. In volata ha subito un rallentamento, ma già essere lì era importante. I risultati dell’anno scorso non sono stati un caso isolato.

Alejandro Valverde: il secondo successo consecutivo al Giro di Catalogna, il terzo in carriera. L’iberico brilla come un giovincello nonostante l’età scorra rapida verso i 40 anni. Con lui bene anche il rientrante alle corse Nairo Quintana, competitivo fin da subito nella stagione della verità. Il Tour de France non lo può più aspettare. Tornando a Valverde, ha condito il successo nella generale con due vittorie di tappa e la prima posizione nella classifica dei Gpm.

Egan Bernal: il Team Sky sembra essere andato a trovare il nuovo fenomeno per il post Froome. Il colombiano ha talento come pochi se ne sono visti negli ultimi anni. Purtroppo una caduta lo costringerà a fermarsi, ma la strada ha dato indicazioni importanti su un corridore di cui non si conoscono i limiti: classe 1997, ha tanto tempo davanti per crescere ancora. E a quel punto dovremo solo capire quanto indietro lascerà tutti gli altri, se le cose vanno in questo modo.

BOCCIATI 

Greg Van Avermaet: è sempre rimasto lì, ma sembra piuttosto lontano dal dominio (o quasi) espresso lo scorso anno. Il motore, il talento e la forza non possono essere messi in discussione ma per ora quando il ritmo cresce lui sembra sempre al gancio. Pronti ad essere smentiti, ma non sorpresi in caso di una campagna del Nord avara di soddisfazioni.

Sonny Colbrelli: per ora non la muove. Forse qualche problema fisico che ne ha rallentato la preparazione, ma non sembra vicino ad una condizione sufficiente per lottare sulle strade esigenti del Belgio tra una settimana. Potrebbe trovare il colpo di pedale in vista delle Ardenne, comunque adatte alle sue caratteristiche.

Alexander Kristoff: ci mette sempre tanta, tantissima grinta. Ma non è sempre sufficiente. Anche per lui un inizio di stagione non entusiasmante, ma attenzione perché sa accendersi nelle corse più dure. Resta lontano dal corridore che si è permesso di vincere il Fiandre attaccando a poco meno di 30 dall’arrivo.





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Foto: Valerio Origo

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