Formula 1
F1, GP Australia 2018: Vettel davanti ad Hamilton grazie alla Virtual Safety Car? Questione di ‘delta time’
Fiumi di inchiostro e tastiere consumate per cercare di giustificare quanto avvenuto domenica nel corso del giro n.26 del GP d’Australia di F1. Il tema è il seguente: vittoria di Sebastian Vettel grazie alla Virtual Safety Car. L’argomento è stimolante e non è un caso che da giorni tutti cerchino di trovare una spiegazione relativamente al guadagno, in termini di tempo, del tedesco su Lewis Hamilton. In buona sostanza la domanda è: come ha fatto Vettel a guadagnare quel margine che gli ha consentito di balzare davanti al britannico dopo la sua sosta al box?
La risposta è la seguente: come è stato detto, ad ogni pilota viene richiesto di rispettare il cosiddetto “delta time“ ovvero un tempo utilizzato per percorrere un dato “micro-settore” che deve essere non inferiore ad un valore indicato dalla centralina elettronica e mostrato dal display sul volante di ciascuna vettura. In buona approssimazione, un giro con la V.S.C. è di circa il 35-40% più lento di quanto accadrebbe in condizioni normali.
RILEVAMENTO NEL GIRO 26
Ebbene, nella corsa domenicale è accaduto che al momento dell’esposizione del segnale (avvisante la presenza del regime di V.S.C.), Vettel ed Hamilton si trovavano in “micro-settori” diversi ed in pratica Sebastian ha avuto modo di percorrere una porzione di pista a velocità di gara, cosa che non ha potuto fare Lewis, come il rilevamento nel primo settore dimostra. Non è un caso che anche altri piloti (Ocon e Sainz), in una posizione simile a quella di Sebastian, abbiano sfruttato questo vantaggio.
Un differenziale dunque di poco più di 5″ a cui va aggiunta la grande aggressività del teutonico nell’ingresso in pit-lane, privo di limitazioni, e la velocità del cambio gomme dei meccanici del Cavallino Rampante. Pertanto la giustificazione riguardante traiettorie particolari del tedesco nell’ultimo settore, in quella tornata, non corrisponde al vero in quanto il regime stesso di V.S.C. prevede che ogni pilota debba percorrere tratti di circuito entro un tempo minimo. Fare meno strada significa anche essere meno veloce proprio per non andare oltre il limite imposto dal “delta time”.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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