Formula 1
F1, Mondiale 2018: le possibili sorprese. Fernando Alonso e quel ritorno al top che ancora manca. La Haas può stupire
Chiariamo subito: sarà molto improbabile, per non dire impossibile, vedere un vincitore di un Gran Premio che non appartenga a Mercedes, Ferrari o Red Bull, per non parlare del Mondiale. Un pronostico impietoso, ma che fotografa alla perfezione i valori in griglia e soprattutto la tendenza che regna da anni nel Circus, dove solo la Rossa e la RB sono state capaci di spezzare lo strapotere delle Frecce d’Argento. Per trovare una scuderia capace di vincere un Gran Premio bisogna tornare all’inizio del 2013, quando a Melbourne Kimi Raikkonen riuscì ad imporsi al volante della Lotus. Ma sognare non costa nulla e allora perché non provarci? Ben consapevoli che servirà una debacle da parte di quelli lì davanti.
Inevitabile partire da Fernando Alonso. Se guardiamo al resto della griglia è infatti l’unico che può sognare in grande Aveva “minacciato” di riportare il motore Honda al trionfo ma poi ha dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti; quest’anno ci riprova con la motorizzazione Renault, che tanto bene gli ha portato in passato (titoli 2005 e 2006). La McLaren ha certamente mostrato passi in avanti ma il gap con i tre top team rimane evidente, non tanto sul passo, quanto sulla prestazione secca. La buona notizia è che potremo comunque rivedere lui e Stoffel Vandoorne guidare in gruppo e non nelle retrovie.
Se guardiamo alla coppia di pilota allora è inevitabile citare i due Renault, Nico Hulkenberg e Carlos Sainz. Il talento all’interno del team c’è, questo è fuori discussione, la macchina è invece andata a fasi alterne nei test, per cui il tedesco e lo spagnolo dovranno fare gli straordinari. Ancora un po’ più indietro ci sono invece la Toro Rosso e la Williams, due incognite. Nel primo caso il motivo è il motore Honda, che sebbene abbia mostrato dei miglioramenti è atteso alla prova definitiva in gara, compito affidato a Pierre Gasly e Brendon Hartley; nel secondo caso, invece, la vettura non si è dimostrata all’altezza fin qui e i due piloti, i giovani Lance Stroll e Sergey Sirotkin, non hanno l’esperienza necessaria per svilupparla a dovere.
In ultima fila l’Alfa Romeo Sauber: il cambio rispetto allo scorso anno è stato totale ma la distanza dal “plotone” (top team esclusi, ovviamente) non è così incolmabile.
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alessandro.tarallo@oasport.it
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