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F1, Mondiale 2018: Red Bull deludente a Melbourne. Avvio migliore rispetto a un anno fa ma Ferrari e Mercedes sono ancora davanti

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Era data da tutti come la sorpresa principale in vista del primo appuntamento della stagione, con quel famoso pacchetto aerodinamico che doveva fornire alla RB14 un guadagno di due, tre decimi, e invece la Red Bull è finita dritta tra le delusioni del GP d’Australia. Certo, analizzando il risultato l’avvio è nettamente migliore rispetto al 2017, quando solo Max Verstappen riuscì a concludere la gara dopo essersi beccato oltre un secondo in qualifica, ma un quarto e un sesto posto non possono comunque bastare per soddisfare il team dei ‘bibitari’.

Due piazzamenti che però hanno un sapore diverso. Daniel Ricciardo ha fatto più di quanto poteva fare. L’appuntamento di casa non sembra proprio portargli bene: nel 2014 fu squalificato dopo essere salito sul podio, lo scorso anno fu costretto a partire dai box e poi al ritiro, mentre quest’anno è scattato dall’ottava posizione per una sanzione inflittagli dopo le seconde prove libere. Daniel, però, è stato autore di un’ottima rimonta, risalendo fino ai piedi del podio, nella scia di Raikkonen: una prova notevole, specialmente in una giornata in cui molti hanno lamentato una certa difficoltà nei sorpassi.

Uno di questi è stato proprio il suo compagno di box. “Fossi stato a casa avrei spento la TV“, ha dichiarato Verstappen. Ma l’unico da biasimare per il suo deludente weekend è lui stesso. In qualifica un errore gli ha negato una prima fila più che alla portata, mentre in gara è stato vittima della sua solita esuberanza. Nel cercare di superare Vettel è stato infilato da Magnussen, finendo poi in testacoda dopo l’ennesimo vano tentativo di sorpasso. Una manovra in cui Max ha danneggiato il fondo, compromettendo la sua corsa, visto il conseguente surriscaldamento delle gomme posteriori.

Una prova, quella di Verstappen, che lascia anche un dubbio: la Red Bull partiva con gomma rossa e questa strategia poteva consentire a Max di potersela giocare, o rivelarsi addirittura vincente, se l’olandese non si fosse condannato con le sue stesse mani. Lo conferma la gara di Ricciardo, che ha prolungato la sua prima sosta e, con un pizzico di fortuna con la Safety Car, è riuscito addirittura a tallonare Raikkonen per il terzo gradino del podio. Chiudendo con il giro veloce e con un passo all’altezza delle vetture che l’hanno preceduto al traguardo.

Le premesse per lottare in testa quindi c’erano tutte: il ritmo evidenziato nelle libere era notevole e lo è stato anche in gara ma il prosieguo del weekend non è stato all’altezza delle aspettative, che fin dai test invernali vedevano la scuderia austriaca come seconda forza. Alla fine, però, è mancato quel qualcosa che tiene la Red Bull ancora al terzo posto dietro a Ferrari e Mercedes, ma con una percezione totalmente diversa rispetto ad un anno fa. Perché se a inizio 2017 era stata la vettura a tradire, ieri è stato il pilota, proprio quello su cui Marko e Horner puntano di più. Già in Bahrain la storia potrebbe cambiare.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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