MotoGP
MotoGP, Mondiale 2018: Andrea Dovizioso, l’anno della conferma. Una nuova maturità per impensierire nuovamente Marquez. E la Ducati va forte…
Chi fa sport lo sa perfettamente: raggiungere il successo è difficile ma restare in vetta lo è ancora di più. Confermarsi è la sfida suprema per chi vuol conquistarsi una fetta di felicità ed appagare il proprio animo competitivo. Sentimenti e sensazioni ben presenti in Andrea Dovizioso, pilota della Ducati nel campionato del mondo di MotoGP.
Il forlivese è reduce da un anno fantastico in sella alla GP17: 6 vittorie ed in lizza per il titolo iridato fino all’ultima gara con “Sua Maestà” Marc Marquez. Poi l’epilogo di Valencia favorevole al Cabronçito non ha cancellato tutto quel che di buono ha fatto il “Dovi”. Anzi, ancor più del risultato, il centauro italiano è riuscito a conquistarsi uno spazio importante nell’opinione pubblica, spesso “Rossicentrica” (molto improntata su Valentino Rossi).
E’ vero, il ducatista alla fine della fiera non ha vinto e paragonarlo a Valentino da questo punto di vista è una forzatura. Il discorso però non è sotto il profilo dello score in sé quanto dell’attenzione mediatica ottenuta sia attraverso i riscontri in pista e sia attraverso un modo di comunicare che piace. Umiltà e schiettezza sono merce rara in un’era nella quale spesso si deve anche fingere per non incorrere in problemi. Andrea, invece, fa eccezione e gioie e dolori sono sempre ben leggibili nelle sue parole.
I test in Malesia, Thailandia e Qatar hanno messo in mostra un pilota sicuro di se stesso, maturo e con una moto competitiva. Serviranno tutti questi ingredienti per ottenere un qualcosa di assai gustoso. Marquez è un osso duro e il successo finale dell’anno passato è frutto anche di un modo di intendere le corse diverso dal passato: non soltanto “all-in” ma anche razionalità quando serve. Di sicuro, quest’ultima qualità non difetta a Dovizioso, accusato in passato del contrario, ovvero essere troppo conservativo.
I duelli vinti con lo spagnolo in Austria ed in Giappone, nel 2017, dimostrano che l’alfiere della Rossa ha compiuto questo step e fin dal round di Losail (18 marzo) bisognerà replicare certe gesta per far capire agli avversari che lui c’è.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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