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MotoGP, Mondiale 2018: Honda e Ducati partono alla pari, Yamaha un passo indietro. Suzuki e Ktm in forte crescita

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Mancano poche ore ed il tracciato di Losail darà il via ufficiale alla stagione 2018 della MotoGP. Dopo mesi di attesa, tante parole, e numerosi chilometri di test, è già tempo di fare le prime previsioni. Quali saranno le moto da battere? Chi sarà di rincorsa? Chi in difficoltà? Proviamo un po’ a fare le carte a questo nuovo campionato che sta per incominciare.

Nella prima fila della griglia di partenza virtuale non possiamo non mettere la Honda, e non solamente perchè ha appena vinto il titolo iridato con Marc Marquez (e sarebbe il quarto negli ultimi cinque anni ampliando lo sguardo) quanto perchè la RC213V sembra essere cresciuta ulteriormente rispetto all’edizione 2017. Non sappiamo se questa sensazione potrà valere anche per Dani Pedrosa (che comunque, zitto zitto, almeno una gara la vince tutti gli anni) ma per il campione del mondo in carica possiamo dire assolutamente sì. La nuova moto, ancor più di quella di dodici mesi fa, sembra sposarsi perfettamente con il suo stile di guida e, anche a livello di motore, ha mosso passi in avanti. In poche parole lo spagnolo ha tutte le carte in regola per vincere nuovamente, aiutando dal suo immenso talento. La casa nipponica gli ha messo in mano un mezzo invidiabile per cui non possiamo non mettere il binomio Marquez-Honda davanti a tutti.

Subito dietro c’è, ancora una volta, la Ducati. Anche in questo caso con due situazioni differenti. Andrea Dovizioso appare completamente a suo agio con la nuova Desmosedici, e le sei vittorie dello scorso anno lo confermano, mentre Jorge Lorenzo è ancora ben lontano dallo standard che sognerebbe. Nonostante tutto ciò, la moto di Borgo Panigale sta procedendo nel suo percorso di crescita ed è sempre più una realtà che può vincere su ogni tracciato. Le modifiche provare nei test invernali hanno dato ottime risposte e la sensazione, sempre dal punto di vista di Dovizioso, è che non ci sia nemmeno stata la necessità, o la volontà di forzare. Candidata al titolo.

Chi, invece, deve rincorrere, e non è una novità ormai, è la Yamaha. La scuderia di Iwata sperava di essere molto più avanti nel processo di crescita della propria M1, invece i test hanno confermato che di criticità ce ne sono ancora. Non numerose come l’anno scorso, ma non sono sparite del tutto. L’elettronica è il vero elemento negativo che non permette a Valentino Rossi e Maverick Vinales di sfruttare al meglio potenza e gomma posteriore, mentre per quanto riguarda motore e telaio le cose vanno decisamente meglio. Serve un deciso scatto in avanti che, al momento, non si vede. Terza fila provvisoria per la Yamaha.

Chi, invece, stanno dando buoni segnali sono Suzuki e KTM. La scuderia nipponica in questi test ha piazzato quasi sempre il nostro Andrea Iannone e lo spagnolo Alex Rins nelle prime posizioni, sintomo che la nuova moto c’è. Manca ancora qualcosa per rimanere stabilmente vicino ai migliori, ma il gap s’è ridotto. La KTM, invece, con lo spagnolo Pol Espargaro e il britannico Bradley Smith, sta continuando a crescere, nonostante la giovane età. I tempi si stanno avvicinando alle prime posizioni e la consapevolezza che in futuro possa arrivare uno tra Johann Zarco o Marc Marquez farà sì che il team austriaco compirà uno sforzo incredibile nello sviluppo della sua KTM RC16. L’Aprilia, invece, è leggermente dietro a queste due realtà. Anche nel loro caso si stanno muovendo passi in avanti, ma pensare che lo spagnolo Aleix Espargaro e il britannico Scott Redding possano puntare con continuità alla top ten è ancora prematuro.

Per i team satellite, ovviamente, molto dipenderà dai progressi che saranno in grado di compiere. Per Honda, ad esempio, LCR con Cal Crutchlow e il giapponese Takaaki Nakagami, partono da una buona base che ha permesso spesso al britannico di lottare per il podio, mentre per il team EG 0,0 Marc VDS con il nostro Franco Morbidelli e l’elvetico Thomas Luthi ci sarà da rincorrere ancora. Sul fronte Ducati il team Pramac, dopo numerosi buoni risultati, sembra partire con un leggero affanno, e Danilo Petrucci e l’australiano Jack Miller avranno bisogno di estrarre il massimo dal loro repertorio. Per i team Reale Avintia e Angèl Nieto, invece, i sogni di gloria potranno essere pochi. Chi, invece, sarà sempre protagonista non possiamo non annoverare il team Yamaha Tech3 con un Johann Zarco che ormai è un serio candidato alla vittoria ad ogni appuntamento.

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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto: Lorenzo Di Cola

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