Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico, Mondiali Milano 2018: segnali interessanti, qualche amarezza e lacrime di gioia. Il Mondiale degli azzurri

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Dopo il consueto galà di fine competizione, a partire dal tardo pomeriggio si spegneranno definitivamente i riflettori del Mediolanum Forum di Assago, questa settimana teatro dei Campionati del Mondo di pattinaggio artistico. A distanza di otto anni dall’ultimo Mondiale disputato a Torino, il prestigioso impianto milanese si è dimostrato funzionale e competitivo, registrando ogni giorno quasi il tutto esaurito con spettatori provenienti da ogni parte del mondo, tra cui una foltissima rappresentazione nipponica che ha ornato gli spalti con le proprie bandiere, in una grande festa che non potrà fare altro che dare dei benefici al movimento italiano.

Malgrado l’assenza di medaglie conquistate, la nazionale padrona di casa ha disputato un Campionato positivo e di livello, conquistando (ad eccezione del difficile campo maschile) almeno un piazzamento nelle prime dieci posizioni in tutte le discipline. Ma andiamo con ordine. Nell’individuale maschile abbiamo goduto dell’ennesima prova positiva di Matteo Rizzo, senza dubbio la rivelazione azzurra dell’intera stagione. Il giovane pattinatore romano, dopo una prova eccellente nello short program, ha cercato di alzare l’asticella tentando come primo elemento nel programma libero il quadruplo toeloop. Nonostante l’errore sul difficile elemento, Rizzo ha confermato con il suo diciassettesimo posto di poter essere il pattinatore che l’Italia ha sempre cercato: dinamico, maturo, determinato, talentuoso e carismatico. Un vero e proprio gioello che, siamo certi, darà ai colori azzurri più di una soddisfazione nelle competizioni future. In campo femminile abbiamo invece assistito all’ottimo esordio di Elisabetta Leccardi. La pattinatrice milanese ha staccato in scioltezza il pass per accedere alla difficile fase finale, eseguendo un ottimo secondo segmento di gara conquistando l’importante punteggio di 149.17, nuovo primato personale. Il ventunesimo posto conquistato dalla pattinatrice azzurra lascia ben sperare per gli anni futuri, in cui si cercherà fin da subito l’erede della veterana Carolina Kostner, quasi certamente prossima al ritiro.

La gara della Campionessa altoatesina è stata indubbiamente il tasto dolente del Campionato: dopo uno short program da brividi chiuso al primo posto e una performance disastrosa di Alina Zagitova nel programma libero, ci si aspettava certamente di più da Kostner, crollata psicologicamente in uno dei momenti chiave dell’intera carriera. Non sappiamo cosa sia passato nella mente dell’atleta delle Fiamme Azzurre, certamente la prestazione negativa della Campionessa Olimpica realizzata immediatamente prima del suo ingresso in pista avrà creato un corto circuito anche sotto il profilo strategico, visto il pochissimo tempo avuto a disposizione per pensare a un piano B prettamente conservativo. La caduta sul triplo salchow, il doppio axel aperto in aria e il triplo lutz eseguito solo doppio hanno di fatto condannato la pattinatrice azzurra alla medaglia di legno più amara di sempre. Sarebbe bastato anche un doppio axel semplice (tra l’altro previsto nel suo layout) per centrare la medaglia d’argento. Ma lo sport è anche questo.

Nelle coppie di artistico Valentina Marchei e Ondrej Hotarek hanno accusato qualche momento di stanchezza in entrambi i segmenti. Una stanchezza più che giustificata visto le performance incredibili regalate al pubblico sia ai Campionati Europei, sia alle Olimpiadi di PyeongChang. La coppia più esuberante del circuito Mondiale ha comunque ben figurato davanti al pubblico di casa, conquistando un più che onorevole decimo posto facendo divertire tutti: dai semplici spettatori ai giornalisti presenti, passando per i volontari e gli atleti stessi, coronando la loro avventura iniziata appena tre anni e mezzo fa. Non sappiamo ancora se Valentina e Ondrej proseguiranno con la carriera agonistica, quello che certo è che la loro favola sportiva verrà dimenticata difficilmente dagli appassionati. Chi invece ha già dichiarato di voler continuare fino a Pechino 2022 sono Nicole Della Monica e Matteo Guarise, i quali hanno conquistato una bellissima e storica quinta posizione. Gli atleti di Cristina Mauri hanno mostrato al mondo la loro eleganza, il loro stile sofisticato e il loro talento tecnico, specialmente per quanto concerne tutti gli elementi di coppia, raccogliendo livello quattro e GOE positivi. Se quest’anno per loro è arrivato il primo podio della carriera in una tappa del circuito Grand Prix, quella francese svolta a Grenoble, siamo certi che grazie alla loro ulteriore crescita e al ricambio generazionale, Nicole e Matteo arriveranno a Pechino con molte medaglie al collo.

Ottimi risultati anche nella danza sul ghiaccio. Charlene Guignard e Marco Fabbri, forse leggermente sottopagati da una severa giuria, hanno conquistato la nona posizione dimostrando comunque una crescita esponenziale rispetto gli anni precedenti, confermata dal notevole programma libero pattinato sulle musiche dei Muse, il cui crescendo è stato perfezionato gara dopo gara, fino ad arrivare a quella di ieri con l’ovazione dei 10.000 spettatori del Forum. Inutile girarci intorno, Marco e Charlene sono pronti a raccogliere l’eredità di una delle coppie di danzatori più importanti della storia del pattinaggio italiano, ovvero Anna Cappellini e Luca Lanotte, indubbiamente i migliori due atleti azzurri dell’intera rassegna: la coppia allenata da Paola Mezzadri ha dato in questo Campionato davvero tutto quello che poteva dare, forse anche di più per conquistare la medaglia di bronzo svanita per pochi centesimi, pattinando i due migliori programmi dell’intera carriera, polverizzando i record italiani precedenti, in un tripudio di lacrime, sudore, cuore e gioia, dove alla fine il risultato finale ha iniziato davvero a non contare più nulla. Indimenticabili le parole di Anna verso Luca al termine del programma libero: “Grazie per sempre”. Nient’altro da aggiungere. Chapeau.

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Foto: Valerio Origo

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