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Tennis, WTA Indian Wells 2018: la prima volta di Naomi Osaka. Liquidata in finale Daria Kasatkina in due set
Ad Indian Wells è esplosa, in tutti i sensi, la stella di Naomi Osaka. La giapponese, 20 anni, si è aggiudicata il prestigioso Premier Mandatory californiano, uscendo vincitrice, in maniera più netta del previsto (6-3 6-1), dalla finale con l’altro astro nascente, la russa Daria Kasatkina.
Era la seconda finale più “giovane” dall’inizio del secolo: 20 anni a testa (solo Serena Williams e Kim Clijsters hanno fatto meglio, sfidandosi in finale nel 2001 rispettivamente a 19 e 17 primavere) e un futuro tutto da scrivere, al quale si è avvicinata in maniera importante la Osaka. Si fa un gran parlare di lei già da qualche anno, prototipo della giocatrice moderna, pura potenza ed esplosività. Quello di oggi è il primo titolo della sua carriera, che più dolce e prezioso non poteva essere, che le vale anche il best ranking (da domani sarà numero 22).
Titolo soprattutto meritato, perché Osaka non si è affatto trovata per caso in finale (Sharapova al primo turno, poi Radwanska, Pliskova e Kerber sono cadute ai suoi piedi). Un epilogo risoltosi in appena un’ora e 10 minuti di gioco. La chiave è stato il finale di primo set, quando la giapponese (di padre haitiano) ha annullato due palle break con un ace e un rovescio lungolinea, i suoi marchi di fabbrica. Kasatkina non è riuscita a fare altrettanto nel game successivo (il settimo), tradita sul più bello dal suo dritto. Una rottura prolungatasi anche in avvio di secondo set, con la russa consegnatasi armi e piedi con il doppio fallo che ha regalato il break nel primo game alla sua avversaria.
La differenza poteva farla solo la Osaka, a questo punto. Ma la giapponese, a dispetto della giovane età e a differenza di tante sue colleghe più esperte, non ha affatto accusato la vista dello striscione del traguardo. Anzi. Naomi è entrata in modalità martello, riuscendo ad evitare il vortice degli errori in cui spesso si ritrova (23-24 il saldo vincenti-gratuiti alla fine del match), con una solidità impressionante al servizio (cinque aces piazzati nei momenti giusti e solo tre punti concessi nel secondo set). Kasatkina ha provato a disinnescare le bombe della sua avversaria con le armi che ha, le variazioni e le palle corte, ma senza più il dritto non è andata lontano (10 vincenti e 25 errori).
Onore comunque alla russa, che al pari della sua avversaria ha meritato la finale, avendo portato a casa gli scalpi di ben quattro vincitrici di Slam (Stephens, Wozniacki, Kerber e Venus Williams, con un solo set perso). Anche per lei domani la classifica sarà la migliore della carriera, numero 11, magra (ma neanche tanto) consolazione. Un tennis femminile alla disperata ricerca di volti nuovi, sempre Serena Williams permettendo, ci ha regalato una sfida che in futuro, più o meno prossimo, potrebbe già ripetersi. Due stelline, diverse per stile e atteggiamento, ma uguali in talento. Oggi, però, a brillare di più, è Naomi Osaka.
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alessandro.tarallo@oasport.it
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Foto: profilo Twitter BNP Paribas Open