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Ciclismo

Tirreno-Adriatico 2018 da incubo per Chris Froome. Il caso doping sembra aver minato le certezze del britannico. Quante ombre verso il Giro d’Italia…

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Qualcosa sembra essersi inceppato nei rodati ingranaggi della macchina chiamata Chris Froome, un robot perfetto e costruito per vincere che però durante la Tirreno-Adriatico non è mai riuscito a brillare, andando in difficoltà in quasi tutte le tappe e chiudendo con tredici minuti di distacco dal vincitore (il compagno Michal Kwiatowski). Il vincitore degli ultimi tre Tour de France è parso lontano dalla migliore condizione fisica, la sua gamba è risultata appesantita sia in salita a Sassotetto che nella tappa dei muri dedicata a Michele Scarponi dove ha anche forato giungendo al traguardo con otto minuti di ritardo. La Corsa dei due Mari ci ha offerto un kenyano bianco lontano anni luce dal dominatore a cui eravamo abituati: doveva essere uno dei grandi protagonisti e invece è stato una pallida comparsa che ha lanciato segnali poco incoraggianti in vista del prosieguo della stagione.

La sensazione è che la nota vicenda doping (non negatività al salbutamolo riscontrata all’ultima Vuelta di Spagna) abbia minato le certezze del 32enne che deve ancora affrontare il processo (quando si svolgerà? Avremo delle risposte prima della Corsa Rosa?): sicuramente il clima all’interno del Team Sky non è dei più sereni e questo ha sicuramente inciso sul carattere del britannico, ora non più imbattibile come fino a qualche mese fa. Certo, mancano ancora due mesi all’inizio del Giro d’Italia (4 maggio a Gerusalemme), c’è ancora tutto il tempo per affinare la forma e farsi trovare pronto con una grande gamba ma se il buongiorno si vede dal mattino non si preannuncia certamente una primavera-estate molto semplice per Chris Froome che tra l’altro punta alla doppietta Giro-Tour a venti anni di distanza dall’impresa di Marco Pantani.

Il fenomeno dell’ultimo lustro ha preferito magari nascondersi e mescolare le carte. Potrebbe essere un’interpretazione possibile ma ci limitiamo a raccogliere i risultati della strada e il fine settimana in salita è stato davvero sottotono, quando la strada ha iniziato a salire lui si è imballato e non ha risposto: si ripartirà da qui tra mille dubbi e incertezze, con la speranza che però si faccia chiarezza sul caso doping, il ciclismo ne ha bisogno e non possiamo permetterci di correre un Giro e magari anche un Tour con dei risultati sub iudice.

 

(foto © Unipublic/Photogomez Sport)





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