Seguici su

Tuffi

Tuffi, Massimiliano Mazzucchi: “Il successo non si costruisce solo in piscina. Il modello di Tania Cagnotto aiuterà i giovani”

Pubblicato

il

ESCLUSIVA – “La vertigine non è paura di cadere. Ma voglia di volare”. Così cantava Lorenzo Cherubini in arte “Jovanotti” in una delle canzoni più celebri. Una sensazione che tutti proviamo, affacciati ad una finestra o, perché no, pronti a tuffarci da un trampolino, dai 3 metri, o dalla piattaforma, dai 10 metri. Dipende dai punti di vista. Sensazioni diverse che solo un atleta o chi ha praticato questo sport per anni può descrivere. Massimiliano Mazzucchi, con 15 anni di attività agonistica alle spalle ed esperienze importantissime a Mondiali, Europei e Giochi Olimpici di Sydney nel 2000, appeso il costume al chiodo, ha illustrato, in esclusiva per OASport, i segreti della preparazione e come sia mutato il suo ruolo, sempre con i tuffi al centro della propria vita.

Da ottobre svolgo un’attività per il Centro Federale di Roma nella preparazione della specialità dei tuffi, presso l’Acqua Acetosa – rivela Mazzucchi – Dotato di una palestra all’avanguardia nell’ambito internazionale e nazionale, il Centro mette nelle migliori condizioni gli atleti di prepararsi al meglio alla pratica sportiva: in particolare non solo gli aspetti “acquatici” ma anche la costruzione del tuffo fuori dalla piscina. In questo senso, il mio compito è quello di aiutare gli atleti del Centro Federale di Roma e di tutta Italia (riuniti qui in collegiale) nelle “Longe” cioè la simulazione del tuffo sul tappeto elastico, usando delle corde. Un lavoro fondamentale, contemplante la cura dei particolari che in acqua o sul trampolino/piattaforma sarebbe più difficile mettere in pratica. Per cui sono orgoglioso del ruolo che ricopro anche perché l’importanza crescente di una preparazione di questo genere, riconosciuta dagli addetti ai lavori, riscontra soddisfazione anche nei diretti interessati. Per quello che faccio, debbo ringraziare il reparto Centro Sportivo Nuoto della Marina Militare che mi ha permesso di portare avanti l’attività per conto della Federazione Italiana. Se non ci fosse questa collaborazione ciò non sarebbe possibile. ”.

Parli di Italia ed è inevitabile pensare al problema delle strutture sportive in un contesto molto “calciocentrico”. La risposta del 37enne romano è molto chiara: “Sulla criticità delle strutture posso portare la mia esperienza da atleta che per 15 anni ho svolto sempre per la Marina Militare. Attualmente, quello che faccio a Roma rappresenta senza dubbio una discontinuità rispetto al passato circa la precarietà dell’impiantistica. Tuttavia, nonostante tutto, credo che nei tuffi siamo sempre riusciti a qualificare un numero cospicuo di atleti per i Giochi Olimpici, da Sydney 2000 ad oggi. Pertanto posso pensare che, seguendo un modello in cui la cura dei tuffi è a 360° con gli strumenti adatti, Centri Federali come Roma, Trieste, Bolzano ed altri che si stanno adeguando aiuteranno i tuffatori, promuovendo anche questa disciplina che male certamente non fa. In questo senso, nel mio piccolo, il supporto tecnico fa parte di un gioco di squadra fondamentale per la resa massimale dell’atleta nel suo atto agonistico. Una filosofia caldeggiata dalla Federazione che ha insistito sul creare un’interazione sempre più efficace tra le varie componenti”.

Pensi ai tuffi ed il legame a Tania Cagnotto è immediato. Quanto fatto dalla bolzanina nella sua storia sportiva è nella leggenda e forse, chissà, non è ancora finita. Vero è che l’eredità pesante lasciata, a detta di Mazzucchi, potrebbe rivelarsi un vantaggio: “Sicuramente quello che ha fatto Tania Cagnotto è stato qualcosa di straordinario ed il nostro compito è quello di seguire in scia quanto ha ottenuto per non perdere ciò che ha costruito. Il suo grande merito, oltre ai risultati strabilianti, è quello di aver accesso le luci della ribalta su una disciplina che circa una ventina d’anni fa veniva confusa con il nuoto. Ecco perché io sono convinto che avremo ottimi risultati dalle nuove generazioni, perché la Cagnotto ha costruito una base più competitiva di quella che avevamo precedentemente. Su quel modello, le nuove leve potranno crescere e, io credo, ottenere dei grandi riscontri. Certo, l’importanza degli allenamenti e di quanto facciamo fuori dalla vasca, come detto, è parte fondamentale della costruzione di un atleta e del suo tuffo”.





 

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: Massimiliano Mazzucchi – Marina Militare

 

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità