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Ciclismo

Vincenzo Nibali, grazie di esistere. L’uomo che rende possibile l’utopia

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Grazie di esistere…“, cantava Eros Ramazzotti a metà Anni ’90 nella sua celebre canzone “Più bella cosa”. Una frase che ci sentiamo di dedicare anche a Vincenzo Nibali, capace di agguantare un memorabile trionfo in via Roma alla Milano-Sanremo 2018.

Lo Squalo dello Stretto è un corridore capace con fantasia, estro ed istinto di rendere possibile ciò che, apparentemente, sembra rientrare nei canoni del platonico iperuranio. La Classicissima di Primavera, da sempre, è una corsa molto favorevole ai velocisti, con difficoltà altimetriche piuttosto blande e l’unica vera insidia rappresentata da una lunghezza vicina ai 300 km.

Eppure il siciliano, con uno scatto secco sul Poggio, è riuscito a fare la differenza. Ha scollinato con 12″ di vantaggio, prima di dare spettacolo, come di consueto, in discesa. Negli interminabili 2 km conclusivi ha stretto i denti, non si è mai voltato ed ha preceduto di un soffio il recupero da parte del gruppo.

“Non so nemmeno io come faccio ad inventarmi queste cose…”, ha confessato il 33enne al termine della gara. E’ proprio questo che rende così speciale questo corridore del popolo, così amato e celebrato proprio per un modo di correre antico, che rievoca miti del passato come Fausto Coppi, Gino Bartali, Francesco Moser, Giuseppe Saronni. Pietre miliari del ciclismo italiano, capaci di trionfare sia nei Grandi Giri sia nelle classiche, proprio come il fuoriclasse siculo.

Oggi è stata scritta una nuova, indelebile pagina di storia. L’ennesima di una carriera ancora lunga e che promette ancora capitoli luccicanti. Perché Vincenzo Nibali è l’uomo che rende possibile l’utopia.





Foto: Pier Colombo

1 Commento

1 Commento

  1. ale sandro

    17 Marzo 2018 at 19:45

    Veramente fantastico questo corridore.
    Rappresenta proprio l’essenza del ciclismo, o meglio di quello che il ciclismo ha sempre visto fare da parte dei grandi campioni più completi. La ricerca dell’impresa in qualsiasi tipologia di gara, pur non avendo avuto nelle gare di avvicinamento indicazioni di condizione straripante, è una cosa che oggi praticamente non si vede più, o quasi.
    Per l’Italia è un valore enorme e un punto di riferimento talmente centrale , da tenerselo stretto ancora per diverse stagioni, sia nell’ ottica delle classiche dure che ancora nelle gare a tappe.
    Ora grande curiosità per l’esordio , se non sbaglio , al Fiandre e per la Liegi. Non mi stupirei se la sua condizione di forma possa crescere ancora nelle prossime settimane.

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