Pallavolo
Volley, Davide Mazzanti: “La mia Italia sarà senza social network. Obiettivo? Entrare tra le migliori 6 ai Mondiali”
L’estate riservata alle Nazionali sta per avvicinarsi, l’Italia è pronta per fare il suo esordio nella Nations League anche se prima ci saranno i playoff scudetto a dettare legge. Davide Mazzanti, CT delle azzurre, sta già preparando la lunga marcia che condurrà ai Mondiali in Giappone e ha rilasciato alcune dichiarazioni a Il Giorno: “Inizieremo i 19 aprile e su tutto andrà bene finiremo il 21 ottobre. In mezzo darò una ventina di giorni di vacanza completa. Faremo due gruppi che lavoreranno in parallelo, uno da 16-18 seniores, l’altro che chiameremo 2020 con giovani più 4-5 seniores di interesse che farà i Giochi del Mediterraneo. Useremo lo stesso sistema in modo da poter pescare da entrambi i gruppi se necessario“.
Il nostro coach, dopo un’annata culminata con la finale persa del Grand Prix e la cocente eliminazione ai quarti di finale degli Europei, ha poi sottolineato quali saranno gli obiettivi dell’Italia: “Abbiamo un obiettivo preciso in mente, che è quello di lasciarci dietro nel primo turno almeno una delle tre Nazionali che forse oggi sono più attrezzate di noi nel girone. Per farlo dobbiamo battere almeno una tra USA, Cina e Russia, che con Brasile, Serbia e Olanda devono essere il nostro punto di riferimento. Se arrivassimo tra le prime sei, avremo già fatto tanto al Mondiale“. Mazzanti specifica ulteriormente l’entità della sua squadra: “L’idea è che il sistema di gioco possa esaltare le qualità delle ragazze. Anche stavolta abbiamo fissato dei limiti di età in prospettiva di Tokyo, le atlete esperte ti danno certezze ma abbiamo visto che quando ci sono, le giovani tendono a nascondersi, quindi di questo gruppo faranno parte giocatrici nate dal 1986 in poi“.
E soprattutto questa sarà un’Italia che farò a meno dei social network: “Ne abbiamo parlato. Il problema è che questi aggeggi distraggono l’attenzione, per le atlete è meglio estraniarsi. Anche se capisco che sono tutte ragazze nate in un mondo digitale e condiviso. Episodi di razzismo come quelli di cui è stata vittima Paola Egonu da noi non si sono mai visti. Ma i social sono un’altra cosa. Io ho sempre sofferto i giudizi nei miei confronti, per esempio: alle ragazze ho detto che alla fine siamo sempre noi, a stabilire che cosa ci può far male. E che come tutte le tentazioni, anche i social possono dare dipendenza, bisogna essere bravi a gestirli“.
(foto FIVB)
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