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Amstel Gold Race 2018: il percorso ed i possibili scenari tattici. Il Cauberg ancora decisivo?

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Per gli amanti delle Ardenne, ormai ci siamo. Dopo le classiche del pavé, domenica sarà tempo di Amstel Gold Race. Strade strette e strappi, per una corsa spesso aperta a diverse soluzioni. Lo scorso anno il percorso è stato rivoluzionato e la prima edizione in questa nuova veste, a differenza di quanto succedeva in precedenza, ha portato i corridori a risolverla da lontano.

Il finale agevole, che sulla carta potrebbe facilitare la gara e aprire la contesa anche a coloro che faticano sulle salite, ha avuto l’effetto opposto, ovvero portare gli specialisti ad attaccare da lontano sfruttando il terreno favorevole prima di trovarsi in una fase in cui non era più possibile fare la differenza. Ma quali dei tanti muri in programma possono fare la differenza? 

Il punto ideale, guardando il percorso, lo possiamo identificare tra il Kruisberg e il Keutenberg, tra i meno 40 e i meno 30. Una serie di salite in rapida successione, dove è possibile attaccare e incrementare sul gruppo, proprio grazie al terreno accidentato. Quasi impossibile attaccare prima, quando non dovremmo vedere affondi da parte dei big.

Il secondo punto cruciale sarà, ovviamente, il Cauberg. A 18 dall’arrivo, la salita simbolo dell’Amstel potrebbe tornare a recitare un ruolo da protagonista all’interno della corsa che ha caratterizzato per diversi anni nel finale. Qualcuno proverà a partire sulle sue rampe durissime? Da lì in avanti il terreno diventa più semplice e proprio per questo motivo la salita di Valkenburg rappresenta l’ultima occasione per scappare al controllo delle altre squadre. Se non dovesse essersi già formato un attacco nel finale, ecco che diventerebbe fondamentale. 





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Foto: Pier Colombo

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