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Apnea. INTERVISTA – Mariafelicia Carraturo a caccia del nuovo record del mondo in assetto variabile

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Scendere 100 metri sotto il livello dell’acqua, sopportare la pressione di 11 atmosfere e tentare di migliorare il record del mondo: questo l’obiettivo da qui a quattro mesi di Mariafelicia Carraturo, napoletana di 47 anni, primatista italiana di apnea in assetto variabile e in assetto variabile no limits. Quando la incontri rimani colpito non solo dalla sua carta di identità ma soprattutto dalla luce che ha negli occhi quando parla dell’apnea, passione che in realtà ha scoperto da mamma di due bambini più vicina ai 40 anni che non ai 30 e che ha stravolto un po’ tuta la sua vita.

Come nasce la tua passione per L’apnea?
La mia passione nasce per caso, Mio fratello Alessandro decise di fare un corso di apnea e mi propose di fare il corso con lui. Durante il corso è uscito il mio talento e quindi alla fine del corso sono rimasta incuriosita dalla profondità e dall’idea di superare i limiti

Che cosa ti trasmette questo sport?
L’apnea non è il fine ultimo è un mezzo per esplorare e conoscere me stessa, mi da la possibilità di entrare in contatto con la mia spiritualità e di conoscere persone totalmente lontane dal mio ambiente con pensieri e filosofie diverse dal mondo di sentire occidentale. L’apnea è un modo per crescere come persona

Cosa provi mentre sei a -100?
Quando sono in profondità non sento il corpo, sono molto concentrata su ciò che devo fare, cerco di farmi schiacciare dal mare ma di rimanere rilassata. Devo essere sempre lucida e concentrata. Avverto molto il silenzio assordante e la sensazione di stare in un elemento della natura molto più grande e forte di me al quale io mi affido

Hai mai avuto paura?
Ho avuto paura, so che faccio uno sport no limit con una componente di pericolosità. Affronto sempre le mie discese in mare con molta consapevolezza spostando il piattello dei metri poco alla volta. Da mamma l’istinto di conservazione è molto elevato e io voglio sempre tornare a casa dai miei figli, quindi non faccio cose azzardate, ma con un team adeguato cerco sempre di abbassare la soglia dell’eventuale pericolo. La paura comunque è utile per mantenere sempre elevata la soglia dell’attenzione.

Donna di più di 40 anni, quali difficoltà incontri per portare avanti la tua passione?
Le difficoltà sono nella gestione quotidiana perché dopo l’allenamento del mattino devo comunque pensare alla gestione dei ragazzi che io seguo in tutto. L’allenamento fisico mi pesa perché i recuperi non sono sempre così facili, ma c’è sempre una molla che mi fa alzare anche nelle mattine in cui sono più stanca.

Ti sei mai sentita o ti hanno mai fatto sentire troppo vecchia?
La costante è farmi sentire troppo vecchia. Mi dicono sempre che è venuto il momento di appendere la monopinna al chiodo. Dalla famiglia agli estranei, da donna del sud ho dovuto combattere con i pregiudizi dall’inizio, da quando ho fatto il primo mondiale a 41. Sicuramente è inusuale fare la mia attività in età adulta ma i limiti sono solo nella testa.

Come ci si allena per un record del mondo?
Mi alleno in piscina e in palestra tutti i giorni e poi alleno molto l’elasticità della gabbia toracica e del diaframma, faccio esercizi per la compensazione allenando la glottide e il palato molle e prima di Pasqua sono andata a Sharm per il primo approccio alla profondità da ottobre. Mi dovrò adattare piano piano alla profondità per permettere al mio fisico e ai miei polmoni di abituarsi alla pressione. Devo portare il mio corpo a sopportare la pressione di 11 atmosfere che ci sarà a -100 metri

I prossimi appuntamenti?
A Maggio e a luglio tornerò a Sharm per continuare gli appuntamenti in profondità e poi ad Agosto ci sarà il tentativo di record del mondo.

 





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