Calcio
Calcio femminile: Serie A e Serie B gestite dalla Figc e non più dalla LND? Si cambia ma il professionismo…
“Vogliamo dare il massimo impulso allo sviluppo del movimento. Il calcio femminile è una disciplina olimpica e dunque è seguito con forte attenzione dal CONI, il campionato sta crescendo anche in termini di visibilità mediatica e, senza nulla togliere alla Lega Dilettanti, affidarlo ad una maggiore professionalità è un dovere da parte nostra. Vogliamo trovare la quadra organizzativa entro pochissimo tempo: il calcio femminile di vertice resterà comunque all’interno della Federcalcio, che con le sue energie può far fronte all’organizzazione”. Sono queste le parole del Commissario Straordinario della Figc Roberto Fabbricini nell’ultimo incontro in Federazione circa la valorizzazione del movimento al femminile.
Segnali di cambiamento dunque? Sembrerebbe di sì. Probabilmente in un contesto nel quale il “Pallone” è sempre stato rappresentato in un unico modo, cioè al maschile, i risultati dell’Italia di Milena Bertolini (ad un passo dalla Qualificazione ai Mondiali 2019 in Francia) stanno dando un impulso notevole all’asset federale, in passato molto restio ad investire nel settore.
Ovviamente, si è ancora lontani dall’effettivo riconoscimento delle giocatrici come professioniste a tutti gli effetti. Se, infatti, per alcune compagini (Juventus, Fiorentina ad esempio) i tempi di allenamento sono vicini a quelli di sportivi con questa qualifica, lo stesso non si può dire per le altre società iscritte ai campionati. La famosa legge 91 del 1981 afferma: “Sono sportivi professionisti gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi ed i preparatori atletici che esercitano l’attività sportiva a titolo oneroso con carattere di continuità nell’ambito delle discipline regolamentate dal Coni e che conseguono la qualificazione dalle federazioni sportive nazionali, secondo le norme emanate dalle federazione stesse, con l’osservanza delle direttive stabilite dal Coni per la distinzione dell’attività dilettantistica e professionistica“. La domanda, che sorge spontanea, è la seguente: ma quando la Federazione deciderà di compiere questo passo?
L’obbligo ad investire in squadre femminili Under12, imposto dalla Figc, e la citata collaborazione tra realtà maschile e femminile possono aiutare ma per competere davvero serve uno step in più.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: profilo twitter Juventus femminile