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Ciclismo: Gasparotto e Formolo, che conferme a Liegi! Pozzovivo, è forma Giro. Nibali fatica alla Doyenne, Aru al Giro delle Alpi

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Tour of the Alps e Liegi-Bastogne-Liegi, le due corse più importanti della scorso settimana. Impegnati, ovviamente, anche tanti italiani: come di consueto, andiamo a vedere come si sono comportati gli azzurri presenti e con quali prospettive alcuni di questi possono attaccare la prossima parte di stagione.

Partiamo proprio dalla Liegi, ultima Monumento della prima parte di stagione. Ben tre azzurri hanno chiuso nella top 10: Domenico Pozzovivo, Enrico Gasparotto e Davide Formolo. Partiamo dal folletto della Bahrain-Merida, ormai un abitudine di questa corsa. Dopo aver mostrato una buona gamba al Tour of the Alps, eccolo protagonista anche alla Doyenne, corsa che ha scoperto negli ultimi anni ma in cui ha raccolto da subito ottimi piazzamenti. La gamba, ad meno di due settimane dal Giro d’Italia c’è e per il lucano potrebbe essere un’occasione quasi irripetibile, considerando gli anni che passano una carriera ormai ampiamente nella sua seconda fase. Chiude quinto, forse con un po’ di intraprendenza in più avrebbe potuto attaccare sulla Roche-aux-Faucons, dove è sorto l’attacco decisivo di Jungels. Ottimi anche Gasparotto e Formolo, sempre nelle posizioni buone. Per il primo la conferma di una carriera ad alti livelli sulle Ardenne, per il secondo la consacrazione tra i i papabili vincitori di questa corsa in un futuro nemmeno troppo lontano. Il talento è tutto dalla sua parte.

La nota meno lieta, dalle Ardenne, viene da Vincenzo Nibali. Una giornata difficile in una corsa molto esigente: quando i big hanno acceso la miccia sulla Roche-aux-Faucons, lui è inesorabilmente scivolato verso la coda del gruppo, incapace di reagire. Come può capitare a tutti è capitato anche a lui al termine di una primavera da assoluto protagonista, con la vittoria alla Milano-Sanremo e non solo e confermare il valore dello Squalo. Da qui, obiettivo Tour de France: due mesi per preparare la Grande Boucle, con la consapevolezza di essere tra i migliori al mondo. 

Abbiamo già accennato al Tour of the Alps, dove ha faticato Fabio Aru. C’è da preoccuparsi in vista del Giro? In linea di massima no. Il sardo, già in passato, ha dimostrato di saper preparare bene i grandi appuntamenti, anche se probabilmente il suo modo di interpretare la stagione gli offre poco margine in caso di una sola giornata storta nell’ambito delle corse di tre settimane. Rinunciare, di fatto, alla possibilità di vincere anche in altre occasioni lo porta ad esporsi a fallimenti che non si può più permettere. Ormai prossimo ai 28 anni, ha bisogno di migliorare un palmarès che stenta ad arricchirsi nonostante le sue ottime potenzialità. 


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