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F1, GP Azerbaijan 2018: l’Alfa Romeo Sauber non è più l’ultima forza del Circus. Ma serve di più da Charles Leclerc

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Una delle novità di inizio stagione era certamente il ritorno in F1 del marchio Alfa Romeo, che ha deciso di legare il suo nome a quello della Sauber. Non certo un team di primo livello, e forse nemmeno di secondo, ma tanto è bastato per far tornare a sognare gli amanti del Biscione. Non si è trattato, però, solamente di una mera azione di marketing. L’impegno della casa italiana è attivo, in primis nella motorizzazione, per quanto questa avvenga attraverso la Ferrari.

Proprio l’ingresso di Alfa Romeo ha dato una spinta in più ad un team reduce da due anni a dir poco complessi. Fare peggio delle ultime due stagioni era difficile, ma in casa Sauber non si sono accontentati, tornando a punti già alla seconda gara. Così presto ci erano riusciti solamente nel 2015, un’annata da “record” con 36 punti conquistati. Il merito è stato di Marcus Ericsson, giunto nono al traguardo del GP del Bahrein. Una bella soddisfazione per un pilota spesso considerato l’anello debole del team, pagando la “colpa” di portarsi dietro uno sponsor pesante (che soprattutto lo scorso anno ha rappresentato la salvezza del team Sauber).

Negli ultimi anni era ogni settimana una questione di sopravvivenza. Ora abbiamo una mentalità e risorse totalmente diverse. Il merito è di Alfa Romeo: ci crediamo, ma la strada è ancora lunga“. Parole proprio del pilota svedese. Parole che soltanto un anno fa sembravano utopia. La Sauber si è scrollata di dosso quell’etichetta di ultima forza del Circus, ruolo che adesso spetta alla Williams: in tre gare, infatti, le due C37 non si sono mai piazzate all’ultimo posto. Una soddisfazione minima, ma pur sempre il giusto premio al lavoro della squadra. L’obiettivo è quello di scalare la classifica e piazzarsi stabilmente a centro gruppo. Complicato ma tutt’altro che impossibile, visto che il gap da colmare non è così ampio come lo era lo scorso anno, quando la Sauber accumulava secondi su secondi di ritardo.

L’unica nota negativa dell’avvio di stagione del team Sauber si chiama Charles Leclerc. Il pilota monegasco era giunto in F1 con un carico di aspettative abbastanza alto, derivante dalla sua brillante carriera nelle categorie inferiori. Il talento della Ferrari Drivers Academy, però, ha pagato come tutti il debutto nel Circus. In Australia non si è comportato male, riuscendo a concludere la gara, ma mentre in Bahrein ha ottenuto un comunque positivo 14° posto, in Cina è stato protagonista di un testacoda a dir poco banale. Lo scotto con la F1 è duro da scontare. Ne sa qualcosa Antonio Giovinazzi, talento di scuola “Rossa” come lui, che la sua chance proprio in Sauber se l’è bruciata in malo modo lo scorso anno. Leclerc ha il talento per crescere ancora. E nel momento in cui lo farà allora anche l’Alfa Romeo Sauber ne trarrà giovamento.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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