Formula 1
F1, GP Bahrein 2018: il circuito di Sakhir ai raggi X. Quali sono i segreti della pista? Importanti trazione e frenata
PRIMO SETTORE – La prima curva è la più impegnativa del circuito. Su un asfalto sconnesso, con uno spazio di frenata di 156 metri e un tempo di frenata di quasi tre secondi, i piloti vengono sottoposti a forze notevolissime che, secondo le stime degli esperti, possono superare anche i 5G. La sequenza con la curva 2, a sinistra, esalta un buon feeling con l’anteriore della vettura, e richiede un’ottima trazione in uscita per affrontare poi il rettilineo che porta alla curva 3, a destra, in accelerazione. La seconda frenata impegnativa alla 4 si affronta a meno di 100 km/h e completa il t1.
SECONDO SETTORE – Tratto misto, caratterizzato da un sinistra-destra-sinistra che va dalla curva 5 alla 7, da affrontare ai 180 km/h. La successione porta alla curva 8 verso destra, da percorrere in prima. In questo punto sarà fondamentale avere il giusto compromesso tra trazione ed erogazione della potenza del motore per sfruttare l’uscita. I piloti incontrano la curva 9 in discesa, immettendosi verso la 10, a destra, che impone una staccata decisa prima del rettilineo che immette alla curva 11. Anche in questo caso c’è una frenata importante e qui sarà molto importante avere una macchina stabile che non abbia problemi di inserimento. La nota dolente di Ferrari?
ULTIMO SETTORE – Nell’ultimo tratto, la curva 14 comporta la quarta frenata impegnativa del circuito con una decelerazione notevole. Importante sarà arrivare stretti per non compromettere l’accelerazione sul rettilineo davanti ai box.
GESTIONE DEI FRENI E DELLE GOMME – Su questo tracciato si gira per il 64% del tempo sul giro con la farfalla dell’acceleratore tutta aperta, grazie ai quattro rettilinei presenti. Il circuito risulta particolarmente stressante per le gomme e per il consumo di carburante. Esige, pertanto, un’ottima trazione nelle curve a bassa velocità e mette a dura prova gli impianti frenanti. Sarà dunque responsabilità dei tecnici trovare una messa a punto ideale tale da salvare le mescole, per più giri possibili (tenendo conto delle temperature) e, nel contempo, dare modo alla monoposto di “respirare” e non patire eccessivamente il caldo.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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