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F1, Mondiale 2018: Lewis Hamilton sale al comando della classifica, campanello d’allarme per la Ferrari?

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Spesso, per definire una situazione, si va a guardare il proverbiale bicchiere. Mezzo pieno, o mezzo vuoto. Dopo i primi quattro Gran Premio del Mondiale 2018 di Formula Uno non ci sono troppi dubbi su come valutare l’inizio di stagione di Mercedes e Ferrari. Bicchiere mezzo pieno, se non pienissimo, per le “Frecce d’argento”, mezzo vuoto per le “Rosse”. Per quale motivo si possono commentare in queste maniere le situazioni delle due grandi rivali?

Vedere Lewis Hamilton al comando della classifica generale non è certo una novità, ma in questo 2018 la notizia c’è, perchè la W09 non è certamente ai livelli dominanti delle sue edizioni precedenti. Fino ad un anno fa la Mercedes non lasciava scampo ai rivali nè in qualifica nè in gara, dando la sensazione, talvolta, di procedere letteralmente in carrozza durante le gare, senza bisogno di forzare, tanto era il margine su tutti gli altri. Quest’anno, invece, l’andazzo è ben diverso. In qualifica dopo la pole position dell’inglese a Melbourne, è arrivata la tripletta di Sebastian Vettel con addirittura due prime file tutte Ferrari (sarebbero state tre senza l’errore di Kimi Raikkonen a Baku nel suo ultimo tentativo), sintomo che lo strapotere della Power Unit Mercedes è lontano. In gara, poi, i due piloti non possono più permettersi andature al risparmio, ma devono forzare, e tanto, per non vedere scappare le vetture di Maranello. Un aspetto sul quale il team di Brackley sta ottenendo ottime risposte riguarda il comportamento delle gomme. Tanto più la mescola va ad indurirsi, tanto più salgono le prestazioni della W09. Come si è visto in ogni appuntamento. Come fa, quindi, ad essere davanti a tutti in classifica Hamilton? Grazie ai 25 punti quasi caduti dal cielo di Baku (dove la sfortuna ha colpito il suo compagno Valtteri Bottas per l’ennesima volta) e ad una regolarità notevole. Il quattro volte campione del mondo, infatti, ha cercato anche nei momenti peggiori di ottenere il massimo. Dopo il secondo posto in Australia, tra Bahrein e Cina, ha stretto i denti, lottato con una vettura che non ha ancora capito del tutto, e ha conquistato punti pesanti.

Dall’altro lato c’è la Ferrari, con un Sebastian Vettel che, oggettivamente, da questi prima quattro appuntamenti poteva estrarre addirittura un poker. Probabilmente un pizzico di fortuna ha influito nel sorpasso su Hamilton all’esordio di Melbourne ma, da lì in avanti, il tedesco ha raccolto meno di quanto seminato. In Bahrein ha dovuto fare i salti mortali portando le proprie gomme fino allo sfinimento per resistere al ritorno rabbioso di Bottas, mentre tra Shanghai e Baku sono intervenuti pit stop e Safety Car (senza dimenticare il botto cinese con Max Verstappen) per cancellare vittorie che apparivano davvero semplici per l’ex Red Bull. Se, dunque, in Australia la strategia ha aiutato il tedesco, negli ultimi casi è stato il contrario. L’undercut subito da Bottas in Cina e il cambio da SuperSoft a Soft in Azerbaijan (senza allungare lo stint e puntare alle UltraSoft) sono stati autogol che guardando la graduatoria, Vettel sta pagando a caro prezzo. Sono 4, infatti, i punti di distacco a favore dell’inglese che, come detto, si ritrova a guardare tutti dall’alto verso il basso quasi senza sapere il perchè. Questo fatto, inoltre, deve spaventare in quel di Maranello. É chiaro, infatti, che la W09 non è ancora al suo massimo potenziale, nè tantomeno il pilota di Stevenage. Significa che, quando lo saranno, saranno dolori per tutti. La Ferrari, dal canto suo, sa di avere una SF71H eccellente, in ogni condizione e circuito. Proprio per questo sarebbe stato fondamentale conquistare un bottino maggiore di punti, anche per toglierne ai rivali, e in futuro sarà necessario continuare nel progresso della vettura grazie a sviluppi mirati.

Stiamo vivendo un Mondiale 2018 davvero spettacolare ed emozionante, fatto di sorpassi, contatti (anche oltre il limite come in casa Red Bull) e colpi di scena a non finire. Ci attendono altri 17 Gran Premi tutti da gustarci con, sullo sfondo, l’inevitabile duello Ferrari-Mercedes e Vettel-Hamilton. Tutto si deciderà grazie a piccoli dettagli, come un rientro azzeccato ai box in regime di Safety Car, un detrito in pista come quello che ha rovinato la gara di Bottas, o una regolarità di risultati che non dovrà venire a meno mai. Chi la spunterà? La speranza della “Rossa” è ovvia, senza dover rimpiangere i punti lasciati per strada tra Cina e Azerbaijan.

 

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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