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Fed Cup 2018, Tathiana Garbin: “Italia, rispetto per tutti ma paura di nessuno. Il Belgio è forte ma daremo il massimo”
Tathiana Garbin, capitano dell’Italia di Fed Cup, è carica in vista della sfida al Belgio che nel weekend metterà in palio un posto nel prossimo World Group, la Serie A del tennis mondiale. La nostra Nazionale affronterà le Yellow Tigers sulla terra rossa di Valletta Cambiaso a Genova in un playoff promozione che ci vede sfavorite ma, come dice il capitano: “Rispetto per tutti, paura di nessuno”.
Tathiana Garbin ha parlato così durante la conferenza stampa che precede il sorteggio di domani: “Siamo molto contente di poter giocare in casa questa sfida, perché in Fed il tifo è un valore aggiunto. Siamo state accolte con grande simpatia a Genova e contiamo sull’apporto del pubblico. I campi sono ottimi e abbiamo potuto anche scegliere le palle con cui giocare, un pochino più leggere per favorire la presa delle rotazioni ma non sveliamo troppi segreti. Abbiamo preparato bene la sfida, abbiamo studiato le nostre avversarie sia a distanza che da parte mia recandomi personalmente a Lugano dove ha vinto la scorsa settimana proprio la Mertens”.
Il Belgio si presenterà con una formazione di lusso ma le azzurre cercheranno di compiere l’impresa: “Guido un gruppo di ragazze molto giovani, affiancato a Sara Errani che fornisce un valore aggiunto con la sua esperienza, e tutte sono molto attaccate alla maglia azzurra, personalmente sono molto orgogliosa di essere il loro capitano. Le belghe sono indubbiamente molto in forma, la Mertens è una top-20, la conosco fin dai tempi in cui ero capitana della nazionale juniores e lei solo una ragazzina. Ma sono convinta che la nostra squadra darà il 101 per cento. Sceglierò le giocatrici in base alle caratteristiche delle avversarie, importante in Fed Cup è partire bene, ma i conti si fanno alla fine delle due giornate. Io credo molto nella crescita personale e nel ruolo della psicologia fin da quando ero giocatrice, mi sono sempre interessata alla gestione delle emozioni. Credo che un capitano debba capire il momento, sapere quando è meglio lasciare un giocatore o una giocatrice con se stessa o quando è bene intervenire con suggerimenti e parole”.
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