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Editoriali
Ferrari, così il Mondiale non si vince…
Dopo le prime due gare del Mondiale di F1, Sebastian Vettel vantava ben 17 punti di vantaggio su Lewis Hamilton, frutto delle due vittorie maturate in Australia e Bahrein. Successivamente il pilota della Ferrari è scattato per due volte dalla pole-position in Cina ed Azerbaijan, non riuscendo tuttavia a capitalizzare due ghiotte occasioni. Risultato: Hamilton si trova addirittura in testa alla classifica dopo le prime quattro gare con quattro lunghezze di vantaggio sul teutonico.
La Ferrari così strategicamente arrembante di Melbourne e Sakhir ha lasciato il posto ad una versione troppo conservativa a Shanghai e Baku. La scuderia del Cavallino Rampante non ha saputo gestire con lucidità gli eventi imprevisti, sbagliando sempre dal punto di vista tattico.
Vettel in Cina era stato scavalcato da Bottas per aver effettuato il cambio gomme con un giro di ritardo rispetto al finlandese (complice anche un pit-stop tutt’altro che veloce), poi nelle battute finali era mancato il coraggio di rientrare ai box per montare quelle mescole ultra-soft che regalarono il successo alla Red Bull di Daniel Ricciardo.
A Baku il pilota della Ferrari stava gestendo al meglio la situazione, avviandosi verso la vittoria. Ancora una volta ci ha pensato la safety-car a rovinare tutto: Vettel è dovuto rientrare nuovamente ai box per affidarsi alle stesse ultra-soft montate il giro prima da Valtteri Bottas (in caso contrario, avrebbe subìto probabilmente uno scontato sorpasso mantenendo le soft). L’errore da parte della Ferrari, forse, è stato commesso in precedenza: perché, a 20 giri dalla fine, Vettel non ha montato subito le ultra-soft? Probabilmente il timore era quello che queste coperture non avrebbero retto sino al termine della gara. Da qui una scelta più conservativa di propendere sulle soft: è questa la decisione che, di fatto, ha compromesso la gara della scuderia di Maranello.
Sia in Cina sia in Azerbaijan, dunque, Vettel ha vanificato la chance di terminare davanti ad Hamilton (a Shanghai per colpa dell’incidente con Max Verstappen) e guadagnare punti pesantissimi in chiave iridata. A Baku, quando si è ritrovato alle spalle di Bottas, il nativo di Heppenheim ha perso lucidità, tentando un attacco fin troppo azzardato che ha rovinato ulteriormente la propria gara: un errore che non puoi permetterti quando lotti per l’iride.
La Ferrari, in attesa dell’arrivo delle tradizionali piste europee, torna a casa con la fastidiosa sensazione di aver sperperato delle chance importanti per mettere del distacco nei confronti di Lewis Hamilton. Il britannico, storicamente, fatica molto quando si trova costretto ad inseguire, mentre si esalta quando è lui a fare la lepre. Finora la SF71H si è rivelata superiore alle Frecce d’Argento sul giro secco e con le gomme ultra-soft. La Mercedes, tuttavia, mantiene del margine in gara quando utilizza mescole più dure (soft e medium), soprattutto perché riesce a gestirle meglio sulla distanza.
Si preannuncia un Campionato molto equilibrato, dove saranno determinanti lo sviluppo delle vetture ed il lavoro in galleria del vento. La Ferrari, pur con una buona macchina, è già chiamata a correre ai ripari: con errori da parte dei piloti, scelte strategiche prudenti e sbagliate ed un Lewis Hamilton che non regala nulla (non si ritira addirittura dal GP della Malesia del 2016), così il Mondiale non si vince.
federico.militello@oasport.it
Pietrosg
29 Aprile 2018 at 23:19
Sono convinto da anni: Ferrari sbaglia spesso tattica e continua a tenere Räikkönen. Il secondo pilota più inutile del pianeta.