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Freccia Vallone 2018, gli scenari tattici: Muro di Huy decisivo, come provare ad anticiparlo

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Ormai da tempo immemore, la Freccia Vallone si decide sul Muro di Huy e anche solo pensare che domani la corsa possa decidersi in maniera diversa è veramente complesso. Anche se già lo scorso anno c’erano stati dei campanelli d’allarmi su una corsa che potrebbe anche cambiare, nell’interpretazione tattica della stessa. Il principale motivo risiede proprio nel Muro, croce e delizia di una gara che su questo strappo infernale si basa: degli eventuali fuggitivi dovrebbero arrivare con un margine superiore ai 30” per arrivare, forse anche qualcosa in più. 

Allungare in precedenza, infatti, può portare ad attaccare il chilometro conclusivo già con poche forze residue, quando invece negli ultimi anni la corsa si è risolta con un solo scatto netto negli ultimi 150-200 metri. Poco, vero, per considerarla spettacolare. L’organizzazione ha provato ad ovviare il problema modificando il percorso, ma la Côte de Cherave introdotta a poco più di 5 chilometri dall’arrivo non può essere una soluzione definitiva. Più che aumentare la durata dell’eventuale scontro tra i big, la riduce ancora di più: perché poco cambia ad attaccare a cinque chilometri dal traguardo invece che a uno, quando la maggior parte delle classiche si gioca già a cinquanta chilometri dall’arrivo o anche più, come abbiamo visto nella campagna del Nord di questo 2018.

Esiste soluzione? Al momento, pare di no. A meno che sia prevista una modifica radicale del percorso, che magari sposti la linea d’arrivo dal Muro di Huy per favorire altri scenari tattici. Per domani, le alternative sono due: la più probabile è una volata sull’ultimo strappo, mentre la seconda alternativa è quella di un gruppetto che sulla salita di Cherave possa prendere abbastanza margine per arrivare all’arrivo. Difficile, ma quantomeno non impossibile. 





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gianluca.santo@oasport.it

Foto: By Ludovic Péron (Own work) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons

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