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Giro d’Italia 2018, Fabio Aru un anno dopo. Una rivincita da prendersi e la grande sfida a Froome

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Il Giro d’Italia 2017 di Fabio Aru, di fatto, era finito ancora prima di iniziare. Una caduta e il conseguente infortunio al ginocchio nel mese di aprile, infatti, gli hanno impedito di prendere il via nell’edizione numero 100 della Corsa Rosa, che partiva dalla sua Sardegna: nonostante un tentativo disperato di rimettersi in sesto, il corridore attualmente in forze alla UAE Emirates, era stato costretto ad alzare bandiera bianca, per venire dirottato su quel Tour de France che gli ha regalato un successo di tappa e due giorni in Maglia Gialla, prima del quinto posto finale a 45” dal podio e 3’05” da Chris Froome, vincitore della scorsa edizione.

Tra poco più di una settimana, ormai, Aru si ripresenterà al via del Giro da Gerusalemme, proprio per provare a prendersi la rivincita su quel destino che dodici mesi fa gli ha tolto forse una delle corse per lui più importanti dell’intera carriera, considerando la partenza dalla terra in cui è cresciuto e un momento importantissimo per la sua crescita e maturazione: con 27 anni da compiere poco dopo, era l’occasione perfetta per provare ad incrementare un palmares che ancora adesso vede una sola vittoria in un grande giro, risalente alla Vuelta a España del 2015, quando si impose su Tom Dumoulin, che poi proprio lo scorso anno ha vinto il Giro.

Nel 2018, Aru arriverà al Giro con un Tour de France e tanta esperienza in più nelle gambe e soprattutto nella mente. Due anni consecutivi alla Grande Boucle gli hanno permesso di maturare sotto diversi punti di vista, rendendolo più forte e temprato. Basterà? Per ora è difficile capire quale sia la sua condizione di forma. Al Tour of the Alps ha mostrato una gamba inferiore rispetto agli altri protagonisti attesi del Giro d’Italia, ma lui in genere preferisce concentrare il picco di forma su un unico obiettivo, mentre fatica molto nelle corse di preparazione. Al Giro, tra gli altri avversari, ritroverà anche quel Chris Froome che ha vinto il Tour dello scorso. Il britannico, in cerca della doppietta che manca dallo scorso millennio, è il banco di prova perfetto per Aru: per entrare definitivamente tra i più forti del mondo nei grandi giri, lo scontro con il vincitore delle ultime tre edizioni della Boucle non può che aiutarlo in questo senso, su un percorso con tante salite e adatto alle sue caratteristiche. Per dimostrare di non essere più solo una grande promessa e conquistarsi il proscenio. 





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Foto: Comunicato Stampa UAE Emirates – Lorenzo Fizza Verdinelli

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