Ciclismo
Giro d’Italia 2018, Tom Dumoulin per un difficile bis. 44 km a cronometro basteranno per fare la differenza?
È il campione uscente e, sotto un certo punto di vista, il volto nuovo nei grandi giri. Lo scorso anno Tom Dumoulin ha vinto il Giro d’Italia davanti a Nairo Quintana e Vincenzo Nibali, che numeri alla mano erano secondi solo a Chris Froome come potenziale sulle tre settimane e coloro che, assieme al britannico del Team Sky, avevano vinto un GT nella stagione precedente. Una prova di maturità vero per lo schiacciasassi olandese, che ha certo sfruttato i tanti chilometri a cronometro ma ha anche dimostrato di saper reggere (quasi) fino alla fine anche in salita.
In questo 2018 Dumoulin si presenta ad una corsa rosa con meno cronometro e con un avversario diverso: Chris Froome, rispetto a tutti gli altri, può limitare (e anche bene) i danni a cronometro e soprattutto pensando alla terza settimana potrebbe avere qualcosa in più dell’olandese, anche se è difficile capire effettivamente quali siano i limiti di Tom, che con l’esperienza del 2017 potrebbe aver fatto un deciso passo avanti anche in questo senso. Difficile, in ogni caso, immaginare che possa risolvere la contesa contro il tempo: con soli 44 chilometri a tictac e un avversario di quel tipo, dovrebbe comunque andare a conquistarsi il successo sulle montagne, con Zoncolan e Colle delle Finestre che lo attendono come giudici inappellabili.
Dopo una prima parte di stagione opaca, Dumoulin sembra stia ritrovando il giusto colpo di pedale. Dopo una Liegi in cui si è fatto vedere davanti ha dichiarato di provare sensazioni simili a quelle di 12 mesi fa, quando poi si impose in maniera più netta di quanto dica la classifica finale, considerando i 2′ persi nel famoso pitstop ai piedi dell’Umbrailpass. Basterà? Difficile a dirsi, soprattutto prima di vedere i protagonisti ad un vero confronto diretto: certo che gli scalatori in grado di attaccarlo non mancano (Pinot e Lopez soprattutto, ma attenzione ad escludere altri pretendenti) e Chris Froome viene dalla doppietta Tour de France – Vuelta a España che ne testimoniano le capacità e l’attitudine a questo genere di corse, anche se di fatto è all’esordio da capitano al Giro d’Italia.
Non sarebbe una sorpresa vedere lo stesso Dumoulin molto performante su alcune salite, ma il vero test sarà sulla lunga distanza. Nulla gli è precluso, ma probabilmente non potrà contare solamente sulle cronometro per centrare una doppietta che manca dall’inizio degli anni ’90. A completarla fu Miguel Indurain, corridore cui Dumoulin è stato accostato per caratteristiche. Solo un caso?
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: LaPresse – Fabio Ferrari / Comunicato Stampa Rcs