Hockey Prato

Hockey prato, l’Italia verso le Olimpiadi di Tokyo 2020: azzurre, sarà la volta buona per la qualificazione? Anche gli uomini in crescita

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Tre uscite, due vittorie ed una sconfitta. Roberto Carta può giudicare più che positivo il raduno in terra olandese per la nazionale femminile di hockey su prato. Le azzurre hanno affrontato delle selezioni Orange, che militano nelle varie serie del campionato locale. Se nel primo giorno la sfida all’Orange Rood sembrava essere proibitiva, poi sono arrivati due convincenti successi contro HC Eindhoven (8-1) e MHC Boxmeer (3-0). Il cammino è ancora molto lungo, ma la strada che si sta percorrendo è quella giusta.

L’obiettivo infatti era quello di riuscire ad amalgamare al meglio la rosa in vista dei prossimi appuntamenti in calendario. Rispetto alle altre nazionali al top mondiale, infatti, le azzurre non hanno la disponibilità economica per riunirsi spesso e volentieri e testare schemi e tattiche di squadra. Il progetto collegiale, organizzato in chiave Rio 2016, è ormai fallito e Roberto Carta però è riuscito lo stesso a dare una spinta a questa squadra che non vuole smettere di sognare. L’obiettivo resta ovviamente quello a Cinque Cerchi: Tokyo 2020 sembra lontana, ma i mesi passano e il momento decisivo si avvicina. 

Sarà la volta buona per la qualificazione, ormai inseguita dal lontano 2008? Difficile dirlo ora, però ci sono tutti i presupposti per fare bene. A sottolinearlo è ovviamente lo storico pass iridato centrato nella passata stagione: le azzurre in estate andranno a giocarsi a Londra il Mondiale, per la prima volta nella storia. Proprio in terra britannica bisognerà fare il tanto atteso salto di qualità: nessuno si aspetta una nazionale in grado di lottare per le posizioni di rilievo, ma che riesca a giocarsela con tutte le avversarie.

Anche in campo maschile (ovviamente molto più a rilento), sta arrivando una costante crescita. La nazionale è comunque lontana dal top a livello internazionale, ma Roberto Da Gai ha dato la sua impronta e sta dando una spinta al movimento, provando ad inserire i più forti giovani del campionato di A1. Qui il sogno olimpico è proibitivo: il discorso può essere visto più a lungo termine, magari pensando al quadriennio successivo.

 





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gianluca.bruno@oasport.it

Foto: FB FIH

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