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Ciclismo

Liegi-Bastogne-Liegi 2018: Classiche d’attacco. Squadre meno numerose, più spettacolo: una primavera da ‘liberi tutti’

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L’arrivo in solitaria di Bob Jungels alla Liegi-Bastogne-Liegi come simbolo: le Classiche, in questo 2018, si sono risolte quasi sempre con degli attacchi, portati anche lontano dal traguardo. A partire dalla Milano-Sanremo, con la cavalcata di Vincenzo Nibali dopo lo scatto sul Poggio, passando per il Giro delle Fiandre di Niki Terpstra e la Parigi-Roubaix di Peter Sagan per arrivare fino alla Decana di oggi: la diminuzione del numero di corridori per ogni squadra, da otto a sette, ci ha regalato un ciclismo in cui gli attacchi da lontano non sono più un’illusione, ma una possibilità concreta.

L’altro sviluppo che è balzato all’occhio nelle ultime settimane, probabilmente una diretta conseguenza delle nuove regole UCI, è il fatto che spesso e volentieri i capitani sono trovati in prima persona a dover fronteggiare gli attacchi che poi si sono rivelati vincenti. E molto spesso, in queste situazioni, li abbiamo visti guardarsi, senza reagire rapidamente per evitare magari di favorire gli avversari. Incertezze che sono costate care, ad alcuni. Molto probabilmente, però, già dal prossimo anno la situazione potrebbe cambiare. Le squadre e gli stessi corridori, in questo mese di Classiche, si sono ritrovate in situazione tattiche nuove da gestire: la poca abitudine, probabilmente, ha portato anche a degli errori di valutazione, in corsa come nella stessa selezione dei corridori che han preso parte alla corsa.

Sicuramente, fatta eccezione per la Liegi di oggi che fino ai 20 chilometri dal traguardo ha proposto poco o nulla allo spettatore, le corse sono state anche godibili dal punto di vista televisivo, con attacchi e spettacolo anche piuttosto lontano dal traguardo. L’emblema, forse, Amstel Gold Race e freccia Vallone, che negli scorsi non erano state indimenticabili e che invece in questo 2018 sono state più che godibili e combattute, con tanti attacchi ad animarle.

Oltre che per le Classiche, l’UCI ha preso la stessa decisione anche per i Grandi Giri: già al Giro d’Italia, dunque, le formazioni passeranno da nove a otto elementi, rendendo la gara, almeno sulla carta, più difficile da controllare. La Corsa Rosa ci darà subito un riscontro importante dato l’impegno in Italia di Chris Froome e del Team Sky, che negli scorsi anni ha monopolizzato i GT cui ha preso parte: in caso di corsa più aperta, anche il britannico potrebbe andare in difficoltà. L’obiettivo numero uno, in ogni caso, resta quello dello spettacolo e di una scommessa che per ora sembra vinta anche per proporre un prodotto più appetibile ai meno avvezzi alle corse.





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Foto: © ASO/Karenne EDWARDS

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