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Lucas Pouille e Fabio Fognini, la differenza tra un potenziale fuoriclasse ed uno che non lo sarà mai

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E’ finito non certo come ci si augurava, sulla terra rossa di Genova, il confronto valido per i quarti di finale di Coppa Davis 2018 tra Italia e Francia. Il punto decisivo (del 3-1) lo ha conquistato quest’oggi Lucas Pouille (n.11 del mondo) che nella sfida tra numeri uno ha sconfitto per 2-6 6-1 7-6(3) 6-3, in tre ore ed un minuto di gioco, il nostro Fabio Fognini, risultando decisivo come nella finale della scorsa edizione (quando il 24enne di Grande-Synthe ottenne il punto del trionfo nel match contro il Belgio a Lille).

La terra ligure ha bocciato dunque l’alfiere di casa, Fognini. E pensare che su di lui erano riposte gran parte delle speranze italiche per centrare l’impresa. L’ottima tradizione del giocatore di Arma di Taggia in Davis faceva sognare ed anche i precedenti con Pouille, avanti 2-1 e vittorioso nell’unico incontro giocato sul rosso, erano favorevoli.

Il match di quest’oggi, però, ha messo in luce la differenza sostanziale che intercorre tra un potenziale fuoriclasse ed uno che non lo diventerà mai. Il transalpino, duole ammetterlo, appartiene alla prima categoria e quest’oggi lo ha fatto vedere più volte. Al di là di un primo set giocato sottotono, in cui i colpi di genio di Fognini sono stati determinanti, la solidità mentale espressa nei momenti difficili della partita ha portato il tennista d’Oltralpe ad un successo che, valutandolo essenzialmente da un punto di vista tecnico, non era scontato.

Quando il francese si ritrovava a fronteggiare palle break o incappare in errori consecutivi, riusciva sempre a rinsavire con lucidità, senza mai lasciarsi prendere dallo sconforto. In più, i colpi del repertorio, soprattutto il dritto, hanno dato una bella mano.

Di contro, Fabio non ha gestito la propria emotività. A questi livelli non basta solo il braccio, serve anche la testa e purtroppo Fognini, ancora una volta, ha dimostrato le proprie deficienze da questo punto di vista. Le racchette lanciate o spaccate, le imprecazioni costanti e gli errori consecutivi, sotto nello score, hanno palesato le solite problematiche di un giocatore che, dal punto di vista tennistico, potrebbe aspirare a posizioni ancor più importanti nel ranking (attualmente n.20 del mondo). Il gap, però, tra un ottimo tennista ed un fuoriclasse sta proprio nella forza mentale, nota dolente del ligure. Un vero peccato!

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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