Ciclismo
Parigi-Roubaix 2018: Belgio spaventoso per qualità e quantità
Le pietre della Parigi-Roubaix sembrano essere il campo gara perfetto per i belgi: le strade di casa, il trampolino di lancio per un’ondata clamorosa di trionfi. Sono ben dodici nel Nuovo Millennio per la nazionale belga: Museeuw nel 2000, Van Avermaet nel 2017 ad aprire e chiudere le edizioni recenti dell’Inferno del Nord. Anche quest’anno è sicuramente il Paese favorito per trionfare nel Velodromo: un’abbondanza spaventosa per qualità e quantità.
Non sarà facile vincere ancora, ma i presupposti ci sono tutti. Non si può non partire dal campione uscente, Greg Van Avermaet, che va a caccia di un clamoroso bis. Il corridore della BMC è apparso in gran forma nelle ultime uscite, ma nel suo Giro delle Fiandre, si è dovuto accontentare ancora una volta di un piazzamento (quinto sul traguardo di Oudenaarde). Se il fiammingo è una vera e propria punta di diamante, gli outsiders (che spesso e volentieri in una corsa lunga e dal poco senso tattico come la Roubaix riescono a spuntarla) sono davvero tantissimi.
Sullo stesso gradino partono, almeno sulla carta, Jasper Stuyven e Oliver Naesen. Esplosi nelle ultime primavere, sono ancora relativamente giovani ma, sia l’uomo della Trek-Segafredo, che il campione belga dell’AG2R hanno dimostrato di poter stare al passo dei migliori sulle pietre. Possono davvero giocarsi qualcosa d’importante.
Pronti a stupire, anche se leggermente più indietro in un’ipotetica griglia di partenza, la coppia della Quick-Step Floors formata da Philippe Gilbert e Yves Lampaert, che avranno un ruolo di gregari ma potranno sfruttare le opportunità che si creeranno con il passare dei chilometri. Ruolo di sorpresa anche per colui che ha stupito tutti in questo inizio di stagione: lo specialista del ciclocross Wout Van Aert.
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gianluca.bruno@oasport.it
Foto: Valerio Origo