Ciclismo
Parigi-Roubaix 2018: i possibili scenari tattici. Selezione naturale inevitabile: arrivo in solitaria o sprint ristretto?
L’Inferno del Nord. Viene definita così la Parigi-Roubaix, che pur senza difficoltà altimetriche viene definita come una delle corse più dure del mondo. A caratterizzarla i terribili quanto leggendari tratti in pavé, che mettono fatica nelle gambe dei corridori e consentono di fare selezione. Domenica si disputerà l’edizione numero 116 della Monumento francese: quali possono essere i possibili scenari tattici in corsa e quali sono i punti più importanti del percorso?
In primis, la gara potrebbe essere caratterizzata dalla forza della Quick-Step Floors, che già al Fiandre ha dimostrato di poter far valere la propria forza d’urto per arrivare al successo con Niki Terpstra. Il secondo faro della corsa, come succede spesso, sarà Peter Sagan, ancora alla ricerca del primo podio in carriera alla Roubaix. Lo slovacco campione del mondo ha dimostrato di soffrire questa condizione, soprattutto perché la Bora-hansgrohe fatica ad essergli di supporto e spesso si ritrova a combattere da solo contro gli avversari. Attenzione, però, perché sulle pietre della Roubaix Daniel Oss potrebbe diventare una pedina fondamentale. Dal punto di vista tattico, attenzione anche al vento, che dovrebbe (in questi casi il condizionale è d’obbligo) essere favorevole, aiutando dunque gli attacchi. Questo potrebbe anche ampliare il raggio d’azione dei big.
Come potrebbe risolversi la corsa? Nel nuovo millennio ci sono stati 10 arrivi in solitaria sulle 18 edizioni disputate, ma nelle ultime 5 edizioni il solo Terpstra nel 2014 è arrivato senza avversari nel Velodromo, uscendo però da un gruppetto più numeroso con un contrattacco negli ultimi chilometri al termine di una corsa molto cucita. Sembra difficile, dunque, prevedere un arrivo in solitaria, anche perché non dovrebbe piovere, fattore che sicuramente alzerebbe la selezione. Quanto evidenziato prima, però, potrebbe favorire eventuali attacchi alla Terpstra, citando quanto accaduto meno di una settimana fa al Giro delle Fiandre. Un attacco portato al momento giusto dalla persona giusta potrebbe creare una situazione difficile da leggere: tutti si volterebbero verso Sagan (o verso la Quick-Step se non dovesse essere portato da loro l’affondo) e anche solo un istante di troppo di attesa potrebbe essere inopportuno e consentire al coraggioso di turno di arrivare al traguardo. Non è peregrina, dunque, l’ipotesi che dopo quattro anni possa esserci un nuovo arrivo a braccia alzate nel Velodromo più famoso al mondo.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Valerio Origo