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Tennis, Madison Brengle fa causa all’antidoping. “I giocatori non sono merce, servono dignità e rispetto”
Madison Brengle ha annunciato l’intenzione di fare causa alla WTA, alla ITF e soprattutto alla International Doping Test & Management, la società che si occupa di effettuare i controlli antidoping per conto della Federazione Internazionale. La tennista americana accusa il sistema di aver ignorato i problemi che i test antidoping a cui si è sottoposta le hanno provocato. La Brengle soffre della “sindrome da dolore cronico” al braccio destro, quello dominante, problema accentuato dai continui prelievi.
“Le autorità del tennis hanno ignorato le prove della sua condizione, rifiutandosi di fornire un’alternativa. L’hanno costretta a sottoporsi a questa procedura pur conoscendo la sua situazione e le conseguenze che i prelievi in vena le avrebbero causato“, sono state le parole del legale della Brengle, costretta diverse volte al ritiro per via di questo problema.
L’americana, che chiede un risarcimento di 10 milioni per danni fisici e morali, ha parlato anche di bullismo, citando un episodio in particolare, quando nel corso di Wimbledon 2016 John Snowball, responsabile della società che gestisce i test antidoping, fu verbalmente aggressivo nei suoi confronti, arrivando pubblicamente ad accusare la giocatrice di essere una bugiarda. “Porto avanti questa battaglia per far capire che noi giocatori non siamo merce, non siamo oggetti. Dobbiamo essere trattati con rispetto e dignità“.
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alessandro.tarallo@oasport.it
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Foto: Keith Allison via Creative Commons Licence