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Tennis, Masters 1000 Montecarlo 2018: Rafael Nadal trionfa per l’undicesima volta. Anche Kei Nishikori si arrende allo spagnolo

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E sono undici. Rafael Nadal vince per l’undicesima volta il Masters 1000 di Montecarlo. Un trionfo annunciato e per certi versi scontato, dopo le brillanti prestazioni dei giorni scorsi. Oggi, al contrario, è stata la versione peggiore del Rafa visto questa settimana nel Principato, ma tanto è bastato per aver ragione di Kei Nishikori, che si è arreso in finale per 6-3 6-2 in poco più di un’ora e mezza di tennis con pochi sprazzi di qualità da parte di entrambi. Il conteggio dice in ogni caso undici titoli a Montecarlo per Nadal, numero che potrebbe presto riproporsi già la prossima settimana a Barcellona e più in là anche a Parigi, perché di avversari, anche per questa versione del signore della terra rossa, ce ne sono pochi.

Nishikori è stato solo l’ultimo in ordine di tempo a provare a fermare la striscia vincente di Rafa, che con la finale odierna ha portato a 36 il numero di set vinti consecutivamente sul rosso, dopo la sconfitta subita a Roma lo scorso anno per mano di Dominic Thiem. Il giapponese era entrato in campo propositivo e pronto a giocarsi le sue chance, che si sono presentate già nel terzo game, quando Rafa, che poco prima non aveva concretizzato una palla break con un dritto uscito per pochi centimetri, ha concesso il break. Un regalo che però Kei, alla quarta finale in un Masters 1000 in carriera (ma ancora senza vittoria), ha immediatamente restituito il favore con tre errori e un doppio fallo.

Uno sbaglio letale contro un avversario come Rafa, che infatti non ci ha messo molto per mettersi al comando e prendersi il primo set, ma in maniera meno netta del previsto. Un 6-3 in 56′ (ai quarti con Thiem gli era bastata un’ora e 8 per vincere il match) che la dice lunga sulla versione umana mostrata oggi da Nadal. Lo spagnolo ha chiuso il match in negativo nel saldo vincenti/errori (9/14 nel primo set, 20/21 alla fine), sbagliando molto soprattutto con il dritto (7 nel primo set, 4 nel secondo), in maniera alquanto insolita. Sintomo che la scarsa confidenza denunciata ieri, quando al termine della semifinale contro Dimitrov aveva subito chiesto al sua coach Moya di prenotare un campo per allenare il colpo, era fondata. Oggi è riuscito in ogni caso a salvarsi, come nel settimo game, quando ha aggiunto due doppi falli al conto degli errori ed è stato costretto a salvare una palla break.

Nishikori qualche colpo di qualità lo ha fatto vedere, uscendo spesso dall’angolo con la soluzione in lungolinea, sia col dritto che col rovescio, ma non è mai riuscito a dare continuità al suo gioco, senza approfittare delle chance che il suo avversario ha concesso. Un rammarico sfociato nel lancio di racchetta che ha fatto seguito al break subito nel secondo set. Una fiera dell’errore in cui a Rafa è bastato poco per accelerare e andare a vincere. Questa versione opaca è bastata per aggiornare il libro dei record (31 Masters 1000 in carriera) e portare il totale a Montecarlo a undici (mantenendo anche il primato nel ranking ATP). L’impressione è che potrebbe bastare anche per proseguire il dominio del signore della terra battuta.

 

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: profilo Twitter Mutua Madrid Open

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