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Volley, Nations League 2018: Italia obbligata a giocare con gli uomini “olimpici”, lotta per Tokyo 2020! Il regolamento e le difficoltà azzurre

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La Nations League 2018 di volley maschile prenderà il posto della vecchia World League, torneo che ci teneva compagnia ormai da due decenni. La FIVB ha deciso di rivoluzionare il prestigioso torneo estivo e di renderlo ancora più competitivo, una vera e propria kermesse internazionale spalmata su cinque settimane, un tutti contro tutti di altissimo livello e che sicuramente appassionerà il pubblico ma che peserà indubbiamente sulle gambe dei giocatori.

Dopo una logorante stagione con i club, disputare 15 partite in 5 weekend (più l’eventuale Final Six) è forse davvero troppo. I CT saranno alle prese con la gestione delle energie dei propri ragazzi anche perché a settembre si disputeranno i Mondiali (ma il problema del calendario intasato si riproporrà anche nei prossimi anni, ormai sembra irrisolvibile). Chicco Blengini ha già lanciato l’allarme in casa Italia anche perché il regolamento obbliga a inserire ben sei reduci delle Olimpiadi di Rio 2016 nella rosa dei 14 uomini a referto in ogni tappa. Un’impresa non facile considerando che molti azzurri non sono nelle condizioni di giocare: in casa nostra pensiamo ai vari Matteo Piano (infortunato), Luca Vettori (estate sabbatica), Emanuele Birarelli e Simone Buti.

Ci rimangono sostanzialmente sette uomini e almeno sei di loro dovranno essere presenti in tutte le tappe. Non è ovviamente necessario che giochino tutti ma devono comunque essere convocati, qualcuno scenderà in campo anche con una certa continuità. Non sarà facile gestire la rotazione, Blengini dovrà essere intelligente ragioniere cercando di ottenere il massimo profitto da una situazione molto complicata. La lista è presto fatta: Ivan Zaytsev, Osmany Juantorena, Filippo Lanza, Simone Giannelli, Massimo Colaci, Salvatore Rossini, Oleg Antonov. Soltanto uno di questi giocatori potrà rimanere a casa per ogni tappa: davvero una forzatura.

Il regolamento è totalmente sbagliato, non si può obbligare una Nazionale a convocare obbligatoriamente dei giocatori che hanno disputato partite risalenti ormai a due anni fa! Nel mondo sportivo è un tempo esagerato e cambiano davvero gli scenari: lo scopo era quello di garantite la competitività del torneo ma la norma rischia di complicare la vita inutilmente a tutti i CT. Per assicurare un livello elevato si potevano adottare altre norme. Tra l’altro questo torneo metterà in palio punti per il ranking europeo che a sua volta sarà decisivo per la partecipazione ai tornei di qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020: non si potrà scherzare!

 





(foto FIVB)

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