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500 Miglia di Indianapolis 2018: Will Power vince in volata davanti a Ed Carpenter e Scott Dixon. Ko Danica Patrick
L’australiano Will Power si aggiudica la 102esima edizione della 500 Miglia di Indianapolis, prendendo la testa della corsa ad appena tre giri dalla fine ma meritando a pieno il trionfo nella gara più veloce del mondo sull’ovale dell’Indiana. Power centra il suo primo successo nella 500 Miglia e impreziosisce la sua carriera all’alba dei 37 anni.
Splendida vittoria per il portacolori del team Penske che precede il poleman Ed Carpenter di 3.1589 e Scott Dixon di 4.5928. Quarta posizione per Alexander Rossi a 5.2237, quinta per Ryan Hunter-Ray a 6.7187, sesta per Simon Pagenaud a 7.2357, settima per Carlos Munoz a 7.8377, ottava per Josef Newgarden a 8.6917, nona per Robert Wickens a 9.3112 e decima per Graham Rahal a 11.3368.
Will Power, dunque, succede a Takuma Sato che vinse nella scorsa stagione e che, invece, è uscito nelle prime fasi della gara odierna, e diventa il 72esimo vincitore della gara più veloce del mondo.
LA GARA
Le prime fasi della corsa sono lineari. Ed Carpenter tiene la vetta e lascia che siano i suoi inseguitori a darsi battaglia. Per i primi 50 giri, inoltre, non ci sono incidenti o problemi di sorta e anche i primi due pit stop rimettono il poleman davanti a tutti. Quindi, nel breve volgere di pochi minuti, arrivano le prime due Caution. Il primo porta una firma illustre. Il vincitore dell’edizione 2017, il giapponese Takuma Sato (Honda – Rahal Letterman), va a contatto con l’australiano James Davidson (Chevrolet – Foyt), e la loro giornata si conclude in quel momento. Dopo pochi minuti tocca al pilota degli Emirati Arabi, Ed Jones (Honda – Chip Ganassi), che finisce a muro e, di conseguenza, anche all’ospedale interno al circuito con dolori a collo e schiena. Niente di grave per lui, ma domenica finita in archivio.
Dopo diverso tempo in regime di Safety Car si riparte e, al giro 67 si chiude la gara, e probabilmente anche la carriera, di Danica Patrick (Chevrolet – Carpenter). La grande pilota americana va in testacoda e chiude la sua prova, fortunatamente senza problemi fisici. Dopo la inevitabile Safety Car è il brasiliano Tony Kanaan (Chevrolet – AJ Foyt) a prendere il comando superando Carpenter e provando a fare il vuoto. A questo punto i pit stop fanno la differenza e rivoluzionano la classifica. A metà gara esatta, per esempio, il comando lo prende lo statunitense Graham Rahal (Honda – Rahal Letterman) con 3.3644 sul canadese Robert Wickens (Hond – Schmidt) e 4.4989 sull’americano Josef Newgarden (Chevrolet – Penske).
Al giro 120, a parità di pit stop, tocca all’australiano Will Power (Chevrolet – Penske) prendere la testa della corsa, con 4.3602 su Ed Carpenter, 5.1045 sul francese Simon Pagenaud (Honda – Dale Coyne), 5.5396 sull’americano Ryan Hunter-Ray (Honda – Andretti) e 6.4899 sul brasiliano Helio Castroneves (Chevrolet – Penske). Dopo una nuova girandola di pit stop al giro 140 è ancora tempo di Caution, la quarta, per l’incidente del francese Sebastien Bourdais (Honda – Dale Coyne) che compie un testacoda e va a stamparsi sul muro. Davanti a tutti si trova Will Power, davanti a Ed Carpenter, Simon Pagenaud, e Ryan Hunter-Ray. Si riparte al giro 147 e subito arriva il “botto” di Helio Castroneves che va a sbattere proprio all’ingresso della pit lane.
Alla ennesima ripartenza, al giro 152, Will Power tiene la testa, ma dietro arriva un altro incidente con Sage Karam (Chevrolet – Dreyer) che va a sbattere con il posteriore nello stesso punto di Castroneves e si ferma in pista. Ancora una Caution (che terminerà al giro 161), per una gara che sembra non volersi concludere. Will Power prova a scappare, mentre alle sue spalle Carpenter è insidiato da uno scatenato Alexander Rossi (Honda Andretti) che, va ricordato, partiva dall’ultima fila.
La gara riprende con diversi pit stop e al comando si ritrova lo spagnolo Oriol Servià (Honda RLL) che rimane fuori e precede il britannico Stefan Wilson (Honda Andretti), Jack Harvey, Will Power, Scott Dixon, Ed Carpenter e Alexander Rossi. Al giro 189, tuttavia, Tony Kanaan va a muro e fa scattare la quinta Caution. Tutto di nuovo in bilico a poche miglia dall’arrivo, con Servià che vede ricompattarsi il gruppo e, soprattutto, diminuire i suoi sogni di gloria.
La 500 Miglia torna a fare sul serio a 7 giri dalla conclusione con Stefan Wilson che salta Servià e si mette a spingere a tutta assieme a Jack Harvey. Ma, i primi due della classifica, tornano ai box a 3 giri dalla fine e lasciano campo libero a Will Power che non crede ai suoi occhi e vola verso il successo finale. La bottiglia di latte tradizionale di Indianapolis è tutta sua!
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Will Power