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Ciclismo, Riccardo Riccò presenta il suo libro e spiega: “Se non ti dopi, non vinci”

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È stato uno dei protagonisti indiscussi del ciclismo italiano negli ultimi anni. Prima in positivo, poi terribilmente in negativo, visto che il suo nome è legato a doppio filo al doping. Riccardo Riccò ha deciso di raccontarsi nella sua autobiografia, “Cuore di Cobra”, in uscita domani. “Racconto il ciclismo e la verità. Non posso cambiare ciò che è stato ma almeno contribuire a cambiare ciò che sarà“, ha dichiarato lo stesso Riccò in un’intervista a Radio24. Non si tratta però di un mero racconto, ma anche di una difesa della sua persona in cui non mancano accuse verso il sistema ciclismo.

Riccò è andato subito al dunque. “I grandi del ciclismo, coinvolti a vario titolo in scandali doping, erano così diversi dal resto del gruppo? Erano migliori o peggiori degli altri? Pensate che la situazione fosse diversa negli anni precedenti?“. Una lunga serie di accuse velate, sotto forma di domande, che prosegue. “Pensate che si possano fare 200 chilometri al giorno per tre settimane tra sole, gelo, pioggia, vento e neve solo a pane e acqua? Pensate che si possa davvero vincere così e una volta arrivati essere pronti già il mattino dopo a rifare la stessa cosa? Vi siete mai chiesti perché ogni tappa di un grande giro arriva d’abitudine tra le 17 e le 17,30? Perché in quell’orario si deve arrivare, se no ‘non ci stiamo con il palinsesto e addio a pubblicità e spot’. Le TV non sono disposte ad aspettarti al traguardo in diretta per 7, 8, 10 ore, cioè il tempo fisiologico per un tappone di montagna con 4.500 metri di dislivello“.

L’ex ciclista della Saunier-Duval ha poi ridotto il suo pensiero così: Solo col doping non vinci, senza doping non vinci. I ciclisti, secondo Riccò, sono costretti a fare uso di doping perché è l’intero sistema ad essere malato. “Ci alleniamo e ci curiamo come polli d’allevamento. Qualcuno per vincere, altri semplicemente per tenere il passo, stare a ruota“.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: pagina Facebook Riccardo Riccò

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