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Ciclismo
Davide Cassani: “Il bilancio del Giro d’Italia: è mancato Fabio Aru, bravo Pozzovivo. Formolo e Ciccone possono crescere”
Davide Cassani ha tenuto una lezione durante il “Corso per Giornalisti Sportivi” organizzato da OA Sport al PalaMadiba di Modena. Il CT della Nazionale Italiana di ciclismo si è sottoposto alle innumerevoli domande dei partecipanti che hanno simulato una conferenza stampa con la guida del pedale azzurro. Davide Cassani ha così avuto modo anche di tracciare un bilancio sul Giro d’Italia che si è concluso domenica, concentrandosi in particolar modo sui corridori italiani. Nel corso della giornata proporremo anche altri spunti lanciati dal nostro Commissario Tecnico.
“Il Giro d’Italia che si è appena concluso non è stato deludente per i colori italiani: abbiamo vinto cinque tappe e abbiamo ottenuto due top ten in classifica generale. Sostanzialmente è mancato Fabio Aru che ha sbagliato preparazione ma io ho grande fiducia in lui per il prossimo futuro e sono convinto che tornerà su ottimi livelli: ha avuto una prima parte di stagione negativa ma sono certo che potrà essere protagonista ai Mondiali.
Mi ha fatto piacere il ritorno a certi livelli di Enrico Battaglin che è stato bravissimo a vincere una tappa, mi aspettavo i successi di Elia Viviani. Sono molto contento per quello che ha fatto Domenico Pozzovivo: è vero che è mancato a Bardonecchia, ma è rimasto in corsa per il podio fino alla fine, gli è mancato ancora il guizzo e il centesimo per fare l’euro ma mi ha fatto piacere per come si è comportato. Davide Formolo ha chiuso in decima posizione a un quarto d’ora, più o meno come lo scorso anno: ho visto dei miglioramenti, mi dispiace per la caduta dell’Etna, lì non ha mantenuto la calma e deve migliorare sotto questo aspetto. Giulio Ciccone deve migliorare tatticamente, mi piace per come attacca ma deve essere più bravo a gestirsi: sull’Etna e a Campo Imperatore poteva fare diversamente, se riuscirà a perfezionare certi aspetti potrà fare bene.
Se confronto il Giro di questo anno è quasi in linea con quello dello scorso anno: abbiamo vinto più tappe ma è mancato il podio che aveva fatto Vincenzo Nibali, cosa che pensavo potesse fare Fabio Aru. L’Italia non è così debole altrimenti non sarebbe in testa al ranking UCI per Nazioni. Indubbiamente ci sono delle difficoltà, al momento dipendiamo da Nibali e Aru per le corse a tappe ma tra 5-6 anni sono convinto che ci saranno dei nuovi giovani che potranno coglierne l’eredità, ho già individuato 7-8 juniores con ottimi numeri che potranno fare molto bene: stiamo lavorando proprio in quest’ottica. Posso dire che non faremo la fine della Francia che non vince un Grande Giro dal 1995“.
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