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Ciclismo

Giro d’Italia 2018, chi attaccherà sullo Zoncolan? Il Mostro infernale decide la maglia rosa: Fabio Aru deve provarci, Yates-Dumoulin testa a testa

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Là dove osano solo le aquile, là dove solo i più forti sono riusciti a fare la voce grossa, là dove ogni volta si fa la storia e dove si entra nel mito del ciclismo. Il Mostro, l’Inferno dei pedali, la salita più dura d’Europa: chiamatelo come volete, questo è il Monte Zoncolan, questa è l’ascesa simbolo del Giro d’Italia 2018, questo sarà l’arbitro della Cosa Rosa. Saranno i 10 chilometri più difficili del Vecchio Continente a dirci chi può davvero vestire il simbolo del primato a Roma e chi invece dovrà arrendersi salvo miracoli nell’ultima settimana con Colle delle Finestre e Cervinia.

I ciclisti dovranno affrontare delle pendenze aspre e arcigne che si vedono raramente in una grande corsa a tappe: l’Angliru alla Vuelta di Spagna, il Mont Ventoux al Tour de France o anche il nostro Mortirolo possono soltanto avvicinarsi a questa salita, un vero e proprio incubo per tutti quelli che dovranno affrontarla domani pomeriggio, magari anche sotto la pioggia (le previsioni meteo non sono confortanti). Sarà difficile attaccare di prima intenzione, non si può piazzare lo scatto, bisogna salire di grinta e di potenza: i big potrebbero arrivare uno a uno, separati da diversi secondi e i minuti potrebbero fioccare. Se non si sta bene si può sprofondare, l’imbarcata è davvero dietro l’angolo. Conteranno tutti i dettagli: il rapporto montato, l’alimentazione, le energie residue al termine di una frazione molto dura, la forza mentale e soprattutto le gambe.

Chi ha birra in corpo deve osare, deve stringere i denti e gettare il cuore oltre l’ostacolo per mettere in difficoltà gli avversari. C’è tutto il terreno per guadagnare molto tempo e riaprire tutti i conti. Pensiamo a Fabio Aru che è parso in crescita di condizione a Osimo e che deve inventarsi qualcosa se vuole ancora sognare il podio (o la vittoria): provarci prima dell’imbocco di Ovara e poi spingere sulle rampe dello Zoncolan potrebbe permettergli di fare saltare il banco. Anche Chris Froome non può chiudere nell’anonimato più totale: anche se non sta bene, il britannico deve provarci per dare un senso a questo Giro d’Italia che ha preso una brutta piega. Simon Yates ne avrà ancora dopo i trionfi di Campo Imperatore e Osimo? La maglia rosa sta attraversando un momento di forma davvero sbalorditivo, riuscirà a guadagnare ancora del tempo nei confronti di Tom Dumoulin che avrà poi a disposizione la cronometro di Trento? Attenzione a Domenico Pozzovivo, questo è il suo terreno ideale di caccia e chissà che non ci faccia sognare.

 





Foto Gian Mattia D’Alberto – LaPresse – Comunicato Stampa Rcs

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