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Giro d’Italia 2018, Chris Froome: il ruggito del fuoriclasse. Vittoria da campione vero, può ribaltare la classifica!

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Chi se lo sarebbe mai aspettato? Dopo due settimane di buchi, tempo perso in montagna e sugli strappi, Chris Froome è tornato a correre da Chris Froome nel giorno più importante, almeno fino ad ora, del Giro d’Italia 2018. Il britannico del Team Sky ha vinto sullo Zoncolan, montagna simbolo della corsa rosa che in maniera simbolica inaugura anche la seconda fase del Giro, quella più dura e impegnativa. Se l’atleta ammirato fino ad Osimo sembrava solo un lontano parente di quello capace di vincere quattro Tour de France, oggi ha finalmente rispolverato colpo di pedale e classe, per andarsi a prendere una vittoria che già da sola vale l’intera corsa per il prestigio del traguardo.

Ma cosa può essere successo? Difficile, da fuori, provare a capirlo, anche per le poche informazioni che filtrano dal Team Sky. Probabilmente le due cadute a Gerusalemme e Montevergine hanno davvero messo in difficoltà il fisico di Froome, che ne ha risentito soprattutto a Campo Imperatore e Osimo, dove ha sommato praticamente due dei poco più di tre minuti che ora lo separano dalla maglia rosa di Simon Yates. Ora, ristabilito, ha sfornato una prestazione che solo pochi giorni sembrava impensabile, proprio quando il Giro d’Italia si appresta ad entrare nella settimana decisiva, con altre quattro tappe di montagna e una cronometro da affrontare.

Prima di sbilanciarci su eventuali possibilità di rimonta nella generale, è bene sottolineare come Froome ha vinto. Con le gambe, certo, ma anche di testa. Nel mese di aprile si è concesso una giornata sul Mostro, per arrivare preparato nel migliore dei modi in una delle frazioni chiave del Giro. E forse proprio questo gli ha permesso di resistere alla rimonta di Simon Yates, che pur mostrando una maggior brillantezza è rimbalzato ogni volta che sembrava in procinto di andarlo a prendere. Successivamente, Froome ha dichiarato che la ricognizione gli ha consentito di sapere come e quando spingere più a fondo e quando recuperare: non a caso negli ultimi 500 metri è riuscito a dare una nuova accelerata alla sua azione che lo ha portato ad un successo che per ora ribalta la valutazione del suo Giro. Con questo successo Froome ha vinto almeno una tappa in tutti e tre i grandi giri e il primo successo in Italia addirittura dal 2013, quando si impose in una frazione della Tirreno-Adriatico.

Lo Zoncolan, quindi, ci ha restituito il Froome capace di vincere quattro Tour de France e una Vuelta a España. Attualmente ha 3’10” di ritardo da Yates in classifica e la prova di oggi l’ha quantomeno rilanciato nella lotta per la classifica dalla quale sembrava pienamente escluso fino a questa mattina. Rispetto al più giovane connazionale ha dalla sua la cronometro di Rovereto, dove però potrebbe perdere terreno da Tom Dumoulin, che dista già 1’45”. Ora è difficile fare previsioni, anche perché le fatiche di oggi potrebbero farsi sentire domani e il finale a tutta tra Yates e lo stesso Chris potrebbe farsi sentire nell’insidiosa tappa con arrivo a Sappada. Di certo, da oggi gli avversari avranno un pensiero in più: anche se non ha mai corso in rimonta, Froome sa come si vincono le corse di tre settimane ed evitando problemi sembra finalmente essere entrato in condizione. E considerando anche Wout Poels ritrovato al suo fianco, potrebbe davvero provare a far saltare il banco. Se oggi è rimontato in sella, domani potrebbe dichiarare apertamente guerra ai due corridori attualmente favoriti per la conquista della maglia rosa. 





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Foto: LaPresse/Gian Mattia D’Alberto – Comunicato Stampa Rcs

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