Ciclismo
Giro d’Italia 2018, Chris Froome per scrivere la storia e tentare l’accoppiata Giro-Tour. Ma il caso salbutamolo pesa
Chris Froome vuole riscrivere la storia del ciclismo e si presenterà al Giro d’Italia 2018 per entrare definitivamente nella leggenda. Il britannico proverà a vincere la terza corsa a tappe consecutiva dopo aver conquistato il Tour de France e la Vuelta di Spagna nel 2017: l’impresa è riuscita in passato soltanto a Eddy Merckx nel 1972-1973 e a Bernard Hinault nel 1982-1983. Tra l’altro, in caso di successo, diventerebbe il settimo ciclista capace di ottenere la Tripla Corona dopo Jacques Anquetil, Felice Gimondi, Merckx, Hinault, Alberto Contador e Vincenzo Nibali.
Il keniano bianco vuole prendersi il suo posto nel pantheon dei più grandi e ha tutte le carte in regola per fare saltare il banco: la sua condizione di forma è in crescendo, il Team Sky è fortissimo, il percorso gli è particolarmente congeniale con 45 chilometri a cronometro e salite interessanti. Chris Froome ha già lanciato il grido di battaglia ai vari Fabio Aru, Tom Dumoulin, Thibaut Pinot, Miguel Angel Lopez e proverà a schiacciarli con la stessa superiorità dimostrata negli ultimi anni: le sue celebri frullate potrebbero fare la differenza anche sulle strade della Corsa Rosa.
Il quasi 33enne (spegnerà le candeline il prossimo 20 maggio) non ha fatto mistero che sarà al via di Gerusalemme, previsto il prossimo 4 maggio, con l’obiettivo ovviamente di vestire la maglia rosa a Roma per poi tentare la mitologica accoppiata con il Tour de France. L’ultimo a riuscire nell’impresa di vincere le due principali corse a tappe nello stesso anno fu Marco Pantani nel 1998. Sono passati venti anni esatti dalle gesta dell’indimenticato Pirata e Chris Froome vuole provare a replicarle: avrà la condizione giusta per mettere in difficoltà tutti gli avversari (tra cui Vincenzo Nibali e Nairo Quintana) anche alla Grand Boucle? La doppietta nel ciclismo contemporaneo sembra pura utopia ma il vincitore di quattro maglie gialle (le ultime tre consecutive) sembra essere in grado di farcela.
Certamente il caso salbutamolo peserà, soprattutto a livello psicologico. Froome è risultato non negativo a questa sostanza durante l’ultima Vuelta di Spagna, la sentenza tarda ad arrivare e il capitano del Team Sky sarà in gara con questa spada di Damocle che gli pende sulla testa: non è semplice vincere in queste condizioni, è umano anche lui e questa pressione potrebbe presentare il proprio conto nell’arco delle tre settimane. C’è il rischio concreto di una squalifica (anche se, stando alle ultime dichiarazioni di Mauro Vegni, non comporterebbe la cancellazione dei risultati acquisti al Giro) e non potrà sicuramente gareggiare con la massima fluidità e tranquillità.
Foto: LaPresse/Gian Mattia D’Alberto – Comunicato Stampa Rcs
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