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Ciclismo

Giro d’Italia 2018: Chris Froome tra i miti del ciclismo. Impresa epica, Tripla Corona ad un passo: tra i più grandi di sempre

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Tra i miti del ciclismo, definitivamente. Chris Froome si è ritagliato un posto tra i Campioni di questo sport, ha riscritto letteralmente la storia, ha confezionato un’impresa impossibile, ha ribaltato il Giro d’Italia con un’azione folle e ai limiti dell’umano: la Venaria Reale-Bardonecchia è già entrata nella leggenda dei pedali, gli 80 chilometri di fuga solitaria compiuti dal britannico sono già stati consegnati all’immaginario collettivo e troveranno per sempre spazio nel cuore degli appassionati. Come la Cuneo-Pinerolo di Fausto Coppi, come le invenzioni di Marco Pantani, come le gesta di Eddy Merckx: sarà qualcosa che verrà tramandato ai nostri nipoti, tra mezzo secolo ce lo ricorderemo ancora e potremo dire di esserci stati.

Questo giorno riscrive le logiche del ciclismo contemporaneo. In un mondo robotico e meccanico, è stato proprio l’uomo più discusso a regalare un tocco di romanticismo a cui soltanto Vincenzo Nibali ci aveva abituato negli ultimi anni. Il keniano bianco, sempre così criticato per il suo modo poco emozionale di correre e soprattutto per il noto caso salbutamolo, si è riconciliato con alcune frange del grande pubblico: il popolo della montagna ha risposto, sul Colle delle Finestre dove ha piazzato l’attacco risolutore e sullo Jafferau ha avuto il sostegno di moltissimi tifosi.

Il 33enne ha vestito la maglia rosa rimontando 3 minuti di distacco a Simon Yates (sprofondato) e a Tom Dumoulin (ha resistito e ora è a 40” di ritardo), ha ribaltato una situazione che sembrava irrimediabile, ha fatto saltare il banco come solo i veri fenomeni sanno fare. Quella frullata sullo sterrato della Cima Coppi resterà negli annali, uno scatto che lo avvicina alle icone delle due ruote. Tra il capitano del Team Sky e la passerella di Roma c’è soltanto un ostacolo: il tappone di Cervinia. Avrà le energie sufficienti per difendersi dalla Farfalla di Maastricht e completare l’impresa? Dipenderà soltanto dalle sue gambe, lo sforzo di oggi potrebbe costare caro ma per il momento rimane naturalmente il grande favorito per il successo conclusivo.

Ora la Tripla Corona è a un passo: dopo aver conquistato il Tour de France e la Vuelta di Spagna nel 2017, potrebbe vincere il terzo grande giro consecutivo. Al netto della sentenza doping che arriverà nei prossimi mesi (potrebbe arriva una squalifica con cancellazione dei risultati sportivi ottenuti da settembre), Chris Froome eguaglierebbe così il primato di Eddy Merckx e Bernard Hinault oltre a diventare il settimo uomo capace di conquistare per almeno una volta i tre Grandi Giri.

 





(foto comunicato RCS)

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3 Commenti

1 Commento

  1. Luca46

    26 Maggio 2018 at 17:04

    È stato un giro d’Italia straordinario. Non lo definirei un imbroglione, è sulla stessa barca di tutti. Mi auguro però per il bene del ciclismo che venga squalificato altrimenti significa che i soldi della Sky hanno fatto la differenza. Sono dell’opinione che l’antidoping crei più iniquità del doping stesso. I ciclisti top possono doparsi alla stessa maniera ma all’antidoping non c’è un giudizio equo che sia uno. Tra l’altro sulle provette in tutto questo tempo possono aver fatto di tutto.

  2. ghost

    25 Maggio 2018 at 20:24

    secondo me al vostro titolo manca un sostantivo che non può restare sottinteso: ” (…) tra i più grandi IMBROGLIONI di sempre”…

    • Federico Militello

      26 Maggio 2018 at 08:40

      Ciao, io sono d’accordo con te ma, come immagini, finché non c’è una sentenza siamo costretti a ritenerlo innocente, è il Diritto che lo impone.

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